9 – FRANCA

1 Dic di editor

9 – FRANCA

Tutta colpa della pastiera… pensò Franca, con una mano sugli occhi quasi a voler nascondere le lacrime. Le lacrime non c’erano. Non si ricordava di aver pianto da adulta. Secondo lei ci stava proprio bene un bel pianto dirotto, con tanto di singhiozzi. Era sola, ma il pianto poteva essere liberatorio. Ma non ci fu. Tolse la mano dagli occhi e guardò la porta. Luigi era appena uscito e aveva rotto la promessa di matrimonio. Certo, ma anche quella di stare insieme come compagni. Più niente insomma, dopo il sogno di passare una vita insieme.

Franca aveva invitato Luigi a pranzo. Aveva preparato, come primo, la pasta con i broccoli seguita dal vitello tonnato, acquistato già fatto come pure la pastiera che aveva concluso il pranzo.

Era un giorno lavorativo e quindi non bisognava strafare. Il pranzo, e soprattutto la pastiera, invece che predisporre Luigi al dialogo, lo avevano allontanato. Avevano parlato delle notizie di attualità e avevano condiviso pareri. Si erano trovati d’accordo anche su come deve essere arredata una casa. Arrivati alla pastiera il primo contrasto: “ E’ pesante” aveva detto Luigi, “Ne prendo un po’ per assaggiare. Sai che ho problemi di digestione e dovevi evitarla “ “Scusa” Aveva detto brevemente Franca. Si preparava a fare l’affermazione per cui aveva invitato Luigi. Era certa che Luigi non avrebbe apprezzato. Luigi studiava Ingegneria e sognava di far una brillante e solida carriera. Tutto in un botto, Franca sputò il rospo.” Ho deciso di abbandonare gli studi di Farmacia per iscrivermi alla facoltà di Lettere. Mi sento più portata per quegli argomenti. Luigi si alzò in piedi, scostando bruscamente la sedia: “Figlia unica, viziata. Non sai che cosa sia la miseria. Non pensi a trovare un lavoro, pensi solo a cosa ti piace fare. Io non voglio certo ritrovarmi ai tempi della mia infanzia, quando mia madre faticava a trovare i soldi per il nostro pranzo e la nostra cena”. “Potrei insegnare o dare lezioni private” disse con un filo di voce Franca dopo la sua sfuriata. Rispose subito, scuotendo il capo: “Dare lezioni private non ha mercato e l’insegnamento presso lo Stato neppure: non ci sono più posti. Cosa pretendi?” gridò “Che ti mantenga io?” “Capisco: hai paura che economicamente non ce la…” tentò di dire Franca “Me ne vado. Ripeto: non mi piacciono le bambine capricciose. Io ho sofferto e non voglio soffrire più”. Ed uscì, sbattendo la porta d’ingresso dell’appartamento.

Franca e Luigi si erano conosciuti ai tempi del Liceo: erano in classe insieme: uscivano, a volte soli, a volte con una compagnia di coetanei: andavano al cinema, a ballare, prima il sabato o la domenica pomeriggio poi, più grandi, anche la sera dopo cena. C’era anche qualche pizza.

Si era sviluppato un sentimento basato su un comune modo di intendere la vita e si distinguevano entrambi per il rapporto con gli altri: incoraggiavano o sconsigliavano, comunicavano notizie, invitavano per passare un pomeriggio o una serata insieme, erano, insomma la coppia leader .

Pian piano la compagnia si era diradata e il loro rapporto si era rafforzato. Ma adesso? Pensò Franca guardando la porta . Più niente disse a se stessa, continuando a fissare la porta. E la porta si aprì ”Parliamo con calma” disse Luigi sedendosi.


3 Commenti

  1. Sono già vecchi prima di essere stati giovani! Una coppia leader è una coppia di trascinatori, motivati, brillanti, affascinanti e, perché no, anticonformisti! Una coppia leader avrebbe condiviso il sogno di sfidare la sorte e andare dietro ai propri sogni, senza domandarsi quali certezze per il futuro questo comportasse!
    Ripetono, i protagonisti invece sembrano già vecchi.
    Troppo lo spazio dedicato al pranzo e debole invece il ruolo della pastiera

  2. La trama è un po’ debole. La pastiera non ha un ruolo significativo nello svolgimento del racconto. Il contenuto è poco pregnante, fatto aggravato dall’inserimento di particolari inutili che appesantiscono l’insieme (ad esempio la descrizione decisamente prosaica del menù del pranzo o la descrizione della coppia leader, decisamente poco riuscita…). Non riesce a coinvolgere, non ci sono tinte forti per descrivere il presunto strappo nella coppia né colori vivaci nell’esporre il felice epilogo. E’ tutto un po’ opaco. Il linguaggio è formalmente corretto, ma un po’ povero.

  3. Nonostante alcuni passaggi non molto scorrevoli, la scrittura è piuttosto buona.
    Non mi convince però la struttura, con un incipit e un finale non molto a fuoco e una parte centrale eccessivamente incentrata su un dialogo non del tutto efficace (abbastanza riduttivo e meccanico).
    Il ruolo ricoperto dalla pastiera (di una certa importanza all’interno del racconto) non mi sembra particolarmente riuscito.

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