6 – LIBERI

29 Nov di editor

6 – LIBERI

Tutta colpa della pastiera pensava Ylenia.

Nel tempo aveva imparato a cucinare molti piatti italiani, ma la pastiera era davvero complicata e le veniva sempre male.

Ma stavolta era decisa a fare un lavoro perfetto, o sarebbero stati guai.

All’ inizio Ylenia non diede peso alla cosa, i litigi avvengono in ogni famiglia, anche se spintoni e scappellotti non erano proprio “normali”, ma lei ci passava sopra.

Il vero inferno lo viveva quando Luca, il marito, chiedeva la pastiera. Ogni volta trovava qualche difetto, regolarmente punito.

Luca riusciva a diventare tanto metodico quanto violento, non colpiva mai il viso o le braccia, per non lasciare tracce e sapeva come giustificare ogni livido, ogni frattura, ogni taglio.

Ylenia sarebbe andata via da tempo, aveva vissuto per strada per tutta l’infanzia, ritornarci non la spaventava; ma ciò che la fermava era Mattia, suo figlio.

Per dargli le possibilità che lei non aveva avuto, avrebbe sopportato qualsiasi cosa.

D’ un tratto Ylenia, si accorse che non aveva lo strutto. Sentì il sangue gelarsi e fu costretta ad usare l’ olio, sperando che non si notasse.

Seguì ogni passo della ricetta, sperando di non sbagliare di nuovo.

A lavoro finito, il dolce era una vera opera culinaria. Ma sarebbe bastato?

Ormai era ora di cena e Mattia si presentò puntuale per preparare la tavola assieme alla madre.

Ylenia era orgogliosa di suo figlio, ma anche preoccupata, ormai aveva dodici anni e iniziava a criticarla per le violenze che sopportava. Da bambino era più facile convincerlo, ma ora diventava più insistente.

La serratura scattò e Ylenia iniziò a sudare freddo.

La cena trascorse tranquilla, con Luca che parlò di lavoro e dei colleghi, finché arrivò il momento del dolce.

Luca la osservò, poi ne prese una fetta e la mangiò.

Guardò la moglie, e si congratulò. Ylenia sentì di colpo un fuoco scaldarle il cuore. Ci era riuscita allora, ce l’ aveva fatta.

Col sorriso in volto, iniziò a lavare i piatti.

“Con cosa hai cucinato la pastiera, tesoro?”

Ylenia non si era accorta che Luca era alle sue spalle, e fece appena in tempo a sentire quel sussurro che un calcio sul ginocchio la fece piombare a terra.

“Con cosa hai cucinato la pastiera, tesoro?” chiese di nuovo Luca che, senza attendere una risposta, iniziò a sferrare altri calci alle gambe della moglie.

Iniziava sempre dalle gambe, così che lei non potesse scappare.

“Ho una sola gioia nella vita: quel maledetto dolce e tu lo rovini ogni fottuta volta” tuonò Luca.

Ylenia tentò di strisciare via, ma una pioggia di pugni si abbatté sulla sua schiena, facendo scricchiolare costole e vertebre.

“Evidentemente ci provi gusto, o non mi costringeresti a farlo” Luca si preparava a ultimare il suo lavoro e dispose alcuni coltelli a terra, in modo che Ylenia potesse vedere cosa l’ attendeva.

“Smettila, o chiamo la polizia”

Era Mattia, che ormai non poteva più assistere in silenzio. La madre gli aveva sempre detto che se denunciavano la cosa, poi li avrebbero divisi, che lui doveva solo pensare allo studio e costruirsi un futuro, ma questo non lo tratteneva più.

Luca lo guardò, ma non gli diede peso, afferrò un coltello e si preparò a colpire.

Ylenia era pronta, ma invece di sentire la lama sentì il marito urlare.

Mattia lo aveva pugnalato al braccio con una forchetta, subito però fu scaraventato a terra .

Luca aveva una rabbia demoniaca in volto e sferrò un pugno in pieno volto al figlio.

In quell’ istante Ylenia sentì che il dolore scomparve, la paura era sparita, le preoccupazioni svanite, ogni cosa in lei fu sostituita da una rabbia accecante e forte di quel furore, urlò “Fammi quello che vuoi, ma non toccare mio figlio”

Prese un coltello e lo affondò nell’ occhio di Luca, fino al manico.

Il mostro crollo in un secondo. Era finita.

Mattia si avvicinò alla madre, che lo abbracciò forte, piangendo.

Ylenia vide che vicino al corpo del marito c’erano i pezzi del dolce da lui tanto amato; nella lotta doveva essere caduta a terra.

“Tutta colpa della pastiera” mormorò.

“No, mamma” disse Mattia “Non pensarci più. Ora siamo liberi e non importa cosa accadrà. Possono allontanarci, ma non separarci. Staremo sempre insieme”

Ylenia era davvero orgogliosa del figlio. Era vero. Ora erano liberi e nient’ altro importava.

3 Commenti

  1. La situazione descritta è tragicamente vera. Ciò che stride è il ruolo, forse eccessivo, attribuito alla pastiera. Bello sarebbe stato esplicitare la motivazione, attingendola da un elemento del passato del marito

  2. Una trama tristemente scontata e un po’ forzata… Per quanto il tema possa essere importante, il modo un po’ “scontato” di trattarlo lascia un po’ delusi. Ogni passaggio è piuttosto prevedibile e nulla dà corpo alla trama che rimane un po’ piatta. L’uso della punteggiatura non è sempre appropriato; i tempi verbali non sempre azzeccati .

  3. Nella prima parte del racconto ci sono alcune imprecisioni nella consecutio temporum.
    Più in generale, non mi convince molto l’utilizzo narrativo della pastiera. Mi pare che questa costituisca una motivazione un po’ troppo debole per essere alla base dell’intero comportamento di Luca.
    Non dico che nella realtà una situazione del genere non potrebbe verificarsi (si parlerebbe in quel caso di uno squilibrato), ma in un racconto le motivazioni devono essere chiare e potenti, qui invece ho avuto l’impressione che la pastiera potesse facilmente essere sostituita nella sua funzione da qualsiasi altra cosa.

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