3 – IL DONO

12 Gen di editor

3 – IL DONO

Finì per addormentarsi, Pora-Poralei.

O meglio: per cadere in quello stato, che gli umani definirebbero comatoso, tipico della sua specie in condizioni ambientali proibitive.

E se da una parte ciò fu un bene, perché glie(1) regalò almeno un paio di Knorr(2) di vita,

dall’altra non rendeva meno certa la sua morte, e con essa il cessare di quella peculiare vibrazione delle sue molecole che lo rendevano, al momento, invisibile.

Con l’inevitabile impatto che la scoperta di una creatura aliena avrebbe avuto sugli abitanti di quell’infernale, assurdo pianeta.

Subito dopo aver perso coscienza, il suo corpo semiliquido (che aveva avvinghiato, quasi per istinto, a una sporgenza metallica del soffitto…torrida sì, ma non ustionante come il resto del locale) si era contratto fino alle dimensioni di pall’d’calc(3), ricordo ancestrale di quando i tanzilli decapodi erano creature pelagiche che nuotavano nei laghi ammoniacali del loro pianeta di origine e dovevano resistere alle maree del terzo plenilunio.

Aveva guardato in basso, poco prima, attirato dall’aprirsi di una strana apertura rettangolare in una parete (una porta, glie sovvenne), da cui era entrato uno sparuto numero di uomini vestiti malamente e – per quanto poteva ricordare dai vecchi studi di exobiologia – spaventosamente emaciati.

Aveva guardato, si era sforzato di ricordare, ma niente. La banale sequenza di 11 simboli che l’avrebbe salvato era persa chissà dove, nei meandri della sua mente assetata di aria pura.

Non era passato molto tempo da quando tutto era iniziato: le vibrazioni d’allarme, il risveglio improvviso dalla stasi, la fugace visione di un pianeta azzurro d’acqua liquida (acqua! liquida!!) e della sua unica, grande luna…

Il soldato Pora-Poralei non poteva saperlo, ma un incrociatore nemico era appena sbucato dall’ombra del satellite e per quello erano suonati gli allarmi e i difensori della grande nave reggia, risvegliati senza troppi complimenti, automaticamente teletrasportati sulle navette da combattimento che le ronzavano attorno.

O almeno, così avvenne per quasi tutti…

Perché il nostro tanzillo non si era ritrovato all’interno della sua navetta, pronto a distendere i sei arti manipolatori sui sistemi di puntamento e sulle armi di cui era dotata, ma in quel luogo così assurdo, così alieno, così mortale. Con quell’aria infuocata e velenosa che si faceva strada a forza nelle fessure brachiali, invadeva le spugne respiratorie, bruciava il cervello formidabile ma così fragile.

E anche se la navetta lo avesse seguito e fluttuasse in quel momento in una bolla di nonspazio a poca distanza da egliei(4), per essere teletrasportato al suo interno Pora-Poralei doveva digitare la famosa sequenza.

Che non ricordava più, che mai più avrebbe ricordato

Avvenne…quando? Non poteva saperlo.

Proprio dalla sporgenza a cui si era abbarbicato, ecco un miracoloso fiotto d’aria pura (calda, sì, quasi ustionante, ma pura…aria da respirare, aria da far guizzare le appendici sensoriali, aria da vivere e godere e insieme a quel dono insperato – Da dove veniva? Chi o cosa? Perché?…) ecco il risveglio, la memoria che tornava.

Allungò l’appendice eptodattila verso la cintura, cominciò a digitare.

Uno degli uomini alzò lo sguardo, inorridì, si porto le mani alla gola e cadde a terra.

Dopo pochi batt’d’cigl(5), con i tre cuori che battevano all’impazzata e i quattro occhi ancora spalancati dalla paura (non sono così diversi, i tanzilli decapodi dagli umani…), Pora-Poralei si ritrovò all’interno della navetta da combattimento che fluttuava poco distante.

Pochi batt’d’cigl per calmarsi (era un soldato, e ben addestrato) e via.

Sfiorò il cancello con la scritta Arbeit Mach Frei e poi su, verso l’indifferenza delle stelle.

Note di testo:

(1): secondo il Galateo Galattico i pronomi personali nelle specie con fasi di ambigua differenziazione sessuale devono essere tradotti con una sintesi tra genere maschile e femminile. Nel caso specifico glie=gli+le

(2) Tempo necessario a un seme dadiforme di brood di 1cm3 per sciogliersi in 1litro di azoto liquido

(3) Uova (pall) di Calc. Leccornia prelibata della cucina Tanzilla

(4) Egli+lei – vedi nota (1)

(5) Durata dell’orgasmo nella specie pelagica da cui si sono evoluti i tanzilli. Vista l’estrema brevità dello stesso, i tanzilli si dicono ben felici di essersi lasciati alle spalle tale fase evolutiva.


Valutazioni Giuria

3 – IL DONO – Valutazione: 21

Giud.1:
Racconto, con personaggi surreali che sembrano trasporsi alla realtà, risulta impegnativo nella lettura.

Giud.2:
testo molto difficile per la lettura. Apprezzata però la fantasia.

Giud.3:
Certe frasi risultano un po’ ostiche, ma di certo non pecca di originalità, ironia e trovate fantasiose.

Giud.4:
Perchè non rendere semplice la lettura fin dalle prime battute?: “Finì per addormentarsi, Pora-Poralei, o meglio per cadere…”, così la successiva: “al momento, invisibile, con l’inevitabile …”. La creatività non prevarichi la sintassi, pena una difficile comprensione del testo. La ripetizione “aprirsi di una apertura” e gli errori “nave reggia” e “l’avesse seguito e fluttuasse”, in 4000 battute non devono accadere. Fa personalmente arrabbiare vedere tanta fantasia e comunque una buona capacità narrativa, malgestite. Consiglio di usare un po’ di “altruismo” nella scrittura: pensi il narratore ad agevolare e condurre con più cautela il lettore tra le trame dei propri pensieri.