2 – E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?

12 Nov di editor

2 – E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?

“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?” pensava Lucilla per ogni nuova proposta pubblicitaria che arrivava puntualmente sul suo cellulare o quando vedeva sul banco dei surgelati uno sconto troppo esagerato e non si fidava neppure dei saldi. Tutti avanzi di magazzino! Eppure, anche per una persona smaliziata come lei l’inganno era sempre in agguato.

Lucilla, come al solito, dopo cena si concedeva un breve giro di ricognizione sul suo diario in Facebook, sia per tenersi aggiornata ma, soprattutto per conciliare il sonno. Infatti, la sua pagina era un mortorio: foto di paesaggi, aforismi senza capo né coda, cani, ricette… Uffa!

Ma, proprio quando la palpebra stava per chiudersi, il suo sguardo con un guizzo si ravvivò di colpo. Accidemboli “È stata trovata l’acqua sulla Luna” e tutte le prestigiose multinazionali stavano facendo a gara per installare i propri pozzi di trivellazione, per inviarvi le astronavi- cisterna e trasportare il prezioso liquido nei loro impianti di imbottigliamento. Le potenze mondiali si erano spartite il territorio lunare fino all’ultimo granello di sabbia.

Un litro di acqua lunare, continuava l’articolo, costava più del petrolio, più dell’oro o più di un introvabile champagne d’annata.

Era l’affare del secolo, macché… del millennio!

Ovunque miliardari annoiati avevano iniziato a prenotare le prestigiose bottiglie per la propria collezione; i ristoranti più rinomati le avevano inserite nel proprio menù. La Terra era in delirio e la vita sembrava inutile per chi almeno una volta non avesse inumidito le labbra con quel raro nettare. L’analisi dell’acqua lunare aveva evidenziato particolari proprietà curative, una sorta di panacea. Anche la Chiesa aveva fiutato l’affare e aveva ordinato delle acquasantiere a gettone per mondare qualsivoglia peccato. Era diventata indispensabile per la preparazione di pozioni ed amuleti… Insomma, si prospettava una rivoluzione culturale ed economica paragonabile alla scoperta dell’America.

Una rinomata ditta francese aveva messo in vendita delle bottiglie mignon per consentire anche ai meno abbienti di godere di tale opportunità.

In fondo all’articolo occhieggiava un link, Lucilla dopo averlo premuto si ritrovò nella vetrina di tale ditta poeticamente battezzata “Au claire de la lune”. I prezzi erano esorbitanti. La più abbordabile costava l’equivalente del suo mensile.

Lucilla presa dalla frenesia di prendere parte alla Storia, decise di rinunciare al suo tanto agognato viaggio a Venezia, frutto dei risparmi di un decennio di fatiche e di umiliazioni trascorse a lavare le scale dei signori. Quella sarebbe stata la sua grande soddisfazione, il trofeo da esibire alle amiche in visita ogni fine settimana, il tesoro da custodire dentro l’inutile cassaforte in soggiorno. Altro che quell’insulso Armani della sua amica Gloria! Senza ulteriori indugi compilò il coupon, inviò l’ordinazione e svuotò più rapidamente di quanto l’avesse riempita la sua misera carta di credito.

Aspettò il suo arrivo con l’ansia e la trepidazione di una donna in gravidanza. Quando sentì il campanello corse per aprire la porta al futuro. La sua adorata bottiglietta ora faceva bella mostra sul ripiano centrale dell’armadio, bene in vista dal divano posto di fronte.

Era meraviglioso dopo una lunga giornata di dura fatica, sedersi là ad ammirarla come un quadro di Degas, scoprendo ogni volta nuove sfumature. Dopo una settimana di contemplazione cominciò ad elettrizzarsi immaginando di poterla assaggiare. La notte si girava e si rigirava nel letto tentata da questo nuovo gioco erotico, ma desisteva per timore di farne perdere il suo valore in caso di una sua rivendita. Poi, come accade in ogni classica storia d’amore, la poveretta non resistette alla curiosità, ma quando bagnò le labbra rimase esterafatta… al gusto non aveva nulla di speciale, sembrava comune acqua di rubinetto con quell’inconfondibile odore di disinfettante. Fu allora che crollarono le sue convinzioni e un dubbio l’assalì:” Se tutto fosse un gigantesco e maledetto imbroglio?”.




2 Commenti

  1. Certamente un’idea molto originale. Per regalare maggiore incisività all’incipit(a mio modo di vedere punto debole del racconto), suggerisco di introdurre fin da subito il tema centrale dell’articolo, con l’immagine molto suggestiva dell’acqua lunare. Il fatto che l’articolo in questione venga letto su Facebook e il tema della pubblicità ingannevole possono essere suggeriti con naturalezza tra le righe. Un racconto ben scritto, salvo qualche piccola caduta di stile ogni tanto.

  2. Il testo fa riferimento alla contemplazione del domani: significativa a questo proposito la frase ‘aprire la porta al futuro’. Ma il colpo di scena finale che trasforma l’attesa di un dono nell’ansia di un dubbio tronca il sogno. Le similitudini rendono l’idea.

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