1 – Il Valore di un Virus

12 Nov di editor

1 – Il Valore di un Virus

E se fosse tutto un gigantesco imbroglio? Sinceramente non ho mai creduto alla tesi del complotto. Ma dopo aver letto quel quaderno inzuppato di lacrime, il dubbio mi assale, costringendomi a guardare in faccia quel ragazzo così giovane e brillante. Liang nacque a New York grazie a suo padre Yuan, che era scappato dalla Cina tenendosi per mano con la sua innamorata, Akame. Yuan, con il sudore della sua fronte riuscì a farsi scivolare addosso tutte i pregiudizi degli isolani di Manhattan, aprendo in Canal Street la bottega di famiglia. Quella bottega che permise a Liang di poter studiare laureandosi ad Harvard e con pieni voti in Epidemiologia Generale. A Roma conseguì il suo Master in Ricerca e Sviluppo di malattie virali e all’ombra del Colosseo conobbe l’amore della sua vita. Sabrina si innamorò di lui perdutamente grazie a quel cappuccino versato sulla sua gonna. Da quel giorno i due giovani si sono amati senza mai lasciarsi, fino a che Antonio Ferrari diede l’inizio al loro idillio. Antonio era il capo progetto del suo ufficio ed, affascinato dalla capacità intellettuale di Liang, volle raccomandarlo a Lawrence Erhardt, ricercatore scientifico nonché nipote del fondatore della Pfizer. Liang venne convocato per la sua grande occasione che lo attendeva al punto di partenza, New York. Così Liang riempì la sua valigia di gioia e tornò nella sua New York insieme a Sabrina. I due innamorati misero su famiglia e comprarono casa nello stesso quartiere dei genitori, quei mesi furono l’apice della loro felicità. Le qualità del giovane ricercatore convinsero il Dottor Erhardt che fosse la persona giusta al momento giusto, così una mattina lo convocò nel suo ufficio per una missione delicata: <<Abbiamo un problema in un nostro laboratorio di Wuhan, li ci sono dei tuoi colleghi piantati, da troppo tempo ormai, nella ricerca di isolare un DNA di un virus creato in laboratorio. Quel Progetto ci sta costando una montagna di soldi. Vorrei nominarti capo progetto, sono convinto che il tuo apporto sbloccherà il lavoro dei tuoi colleghi.>> Liang accetta entusiasta, quella nuova missione fa brillare i suoi occhi di gioia tra le lacrime di Sabrina che deve rimanere sull’isola insieme ai suoi genitori in attesa che termini questa sua nuova missione. Al suo arrivo in Cina, Liang avverte una strana sensazione, sente l’odore di quelle catene da cui scappò suo padre. Un autista lo attende in sala d’aspetto per portarlo in albergo, ma lui è uno stacanovista e vuole andare subito in laboratorio per presentarsi ai colleghi. Quello che trova in laboratorio lo lasciò interdetto. Entrò subito nel merito della ricerca, volle vedere i dati aggiornati e capì che il DNA del virus in realtà era già stato isolato, a quel punto volle capire il vero motivo del suo trasferimento. Chiamò il Dottor Erhardt in cerca di chiarimenti. Lawrence, scusandosi per l’inganno, gli spiegò che la sua vera missione era un’altra: <<Devi creare il vaccino per quel virus, ma nessuno e dico nessuno deve saperlo>>. Liang, non si mise a discutere, per quanto fosse intelligente e preparato, era totalmente disarmato difronte agli inganni e alle schifezze che la mente umana concepisce al fine di dominare il mondo. Il Dottor Cheng si mise subito a lavoro e dopo tre mesi di notevoli passi avanti su quella strada che percorreva con il fare furtivo di un ladro, entusiasta chiamò Lawrence per comunicargli di aver portato a termine il suo delicato incarico, Erhardt si congratulò con lui: <<Bravissimo Liang. Meriti un super bonus… Ti ho prenotato una camera all’InterContinental con lo Champagne in fresco e una splendida signorina con cui festeggiare la tua scoperta>>! Liang non volle approfittare di lei, andò da solo in albergo per gustarsi la ricompensa. Il 21 febbraio del 2019 Liang muore, stroncato da uno strano infarto. Liang non rispettò il patto con Lawrence, inviando a Sabrina un quaderno con impressa l’evoluzione scientifica di quei tre mesi di ricerca a Wuhan. Il giorno della sua morte quel vaccino che aveva scoperto valeva pochi Dollari.




2 Commenti

  1. Lo strumento narrativo del quaderno si rivela forse un po’ debole: non risulta molto chiaro, infatti, quale possa essere l’identità del narratore e come egli sia entrato in possesso del quaderno in questione. Questo narratore, inoltre, non sembra avere alcuna funzione all’interno della storia. Più in generale, cercherei di semplificare il racconto, evitando ad esempio di ripercorrere per intero la vita del protagonista, riuscendo in tal modo a concedere maggior spazio ai punti salienti della storia, a volte un po’ sacrificati. La narrazione semplice e scorrevole, che a larghi tratti rende piacevole la lettura, può essere migliorata correggendo alcune incongruenze nella scelta del tempo verbale.

  2. Testo attuale e attento alle emozioni che si adatta al momento storico. Bella l’espressione ‘la valigia riempita di gioia’: una contentezza che stridera’ poi col finale crudo.

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