9 – I baci

14 Dic di editor

9 – I baci

“Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami, vengo con te!” grida Agata.

Le parole rimbombano nell’androne e Giorgio non può fingere di non aver sentito.

Si ferma, gira la testa e guarda in alto. Sembra spiazzato. Non avrei dovuto dirglielo, pensa.

Due piani sopra, Agata rientra in casa, si infila le scarpe aiutandosi con l’indice, afferra la felpa azzurra di sua sorella maggiore e sbatte la porta. Scende a salti le due rampe di scale aggrappandosi al corrimano. In meno di un minuto è vicino a Giorgio che le sorride imbarazzato.

Agata è di una testa più alta di lui e la felpa larga le nasconde il seno. Nella penombra Giorgio vede brillare i suoi denti. Agata sorride sempre, pensa. Giorgio non è più così sicuro di volerla fare, quella cosa. Ma adesso che lei è qui, non può tirarsi indietro. Cazzo, pensa.

“Sai dove abita?” chiede Agata.

“No, ma di pomeriggio è sempre al parchetto delle sbarre”.

Camminano per un lungo tratto senza parlarsi, proiettando il film di quello che succederà in tutte le varianti, o almeno in quelle che riescono a immaginare.

All’ingresso del parco si fermano. Agata guarda Giorgio e sta per dirgli qualcosa ma lui è già ripartito a testa bassa e sta entrando.

Bomber è seduto sullo schienale di una panchina verde di metallo con le scarpe giganti sulla seduta e la solita giacca nera. Giorgio gli si avvicina. “Ehi come mai da queste parti?” domanda bomber.

Giorgio non era sicuro che l’avrebbe riconosciuto. “Ehi bomber senti, ti devo parlare”.

“Ah ci avrei giurato. Ha mandato avanti il fratellone, vero?”

“No, lui non sa che sono qua! Senti, cosa vuoi per lasciarlo in pace?”

“Ah sei qua per offrirmi qualcosa, interessante! Ma, vedi, tuo fratello non sta mai zitto, mi risponde e quindi io lo devo rimettere al suo posto. Non è un cosa personale, capisci?”

Agata ha raggiunto Giorgio, ma è rimasta un passo indietro.

“E lei?” dice bomber scoppiando in una risata.

“È una mia amica”.

“Buongiorno Agata! Allora è vero che ti mancavo!”

Giorgio sente come un colpo in testa, ma dall’interno. Che cretino, pensa. Agata e bomber, ma certo! Si parlava solo di loro due anni prima, ma sono quelle cose che poi, crescendo, si dimenticano.

“Ti diverti ancora a spaventare i più piccoli? Bravo Marco, bravo “bomber”, bravissimo!” lo provoca lei.

Bomber scende con un balzo dalla panchina, supera Giorgio dandogli una piccola spallata e si pianta di fronte ad Agata.

“Facciamo così: tu dammi un bacio, uno di quelli che sai tu, e io lascio in pace il fratellino!”

Giorgio si avvicina alle spalle di bomber, è il doppio di lui, prova a dire qualcosa ma lui non si volta.

Gli tocca una spalla ma lui neanche se ne accorge. Sono scomparso dalla scena, pensa.

Agata e bomber sono a un passo uno dall’altra. Bomber si avvicina ancora un po’ e lei non si sposta.

Le mette una mano attorno al collo e le avvicina il viso al suo. Lei lo lascia fare. O almeno così sembra a Giorgio.

Poi le labbra si avvicinano e a Giorgio pare che intorno sia calato un silenzio assordante. Ma dura un attimo. Bomber si ritrae di scatto e si succhia il labbro inferiore. Poi si porta una mano alla bocca e dal mento due gocce scure cadono sulla punta delle sue scarpe.

“Ahahah, dovevo aspettarmelo”.

Anche Agata ride, ma solo con gli occhi.

Giorgio non capisce.

“Sei la migliore Agata!” dice Bomber mentre passa davanti a Giorgio senza sfiorarlo.

“E tu sei un coglione! Stai lontano da suo fratello!” grida Agata con una rabbia che Giorgio non riconosce.

“Un patto è un patto! E io li rispetto i patti!”. Senza voltarsi, aggiunge: “Giorgio, porta i miei saluti al fratellino!”

Agata si passa la lingua sugli incisivi e poi si volta.

Giorgio vorrebbe dirle qualcosa, chiederle perché, ringraziarla, insomma una cosa qualsiasi.

Ma Agata procede a testa bassa, un metro davanti a lui.

Il cielo sta imbrunendo e gli autobus, stipati di giacche e cravatte sgualcite, sfiorano il braccio sinistro di Agata e Giorgio che camminano sul cordolo del marciapiede. Ogni tanto Giorgio perde l’equilibrio e mette giù un piede. Agata mai.

Agata imbocca un vicolo che Giorgio non conosce e, appena voltato l’angolo si ferma. Giorgio un attimo dopo gira l’angolo e sbatte il naso contro il suo seno.

Ma che succede, pensa.

Lei non gli lascia il tempo di dire niente, gli mette una mano attorno al collo e lo bacia.


Valutazioni Giuria

9 – I baci – Valutazione: 31

Gaia:
Un buon racconto, scorrevole, coinvolgente, ben scritto. La dinamica delle relazioni fra il bullo, la ragazza “tosta” e il fratello protettivo è ben costruita. I personaggi hanno una bella plasticità, e risultano ben caraterizzati. Il lieto fine fa sempre piacere.

Matteo:
I personaggi emergono con naturalezza nel corso della narrazione, attraverso azioni sempre molto concrete e mai banali. Anche dal punto di vista della forma il racconto è ben riuscito.

Paola:
Un racconto scorrevole e piacevole. Adatto sicuramente ad un romanzo per adolescenti. Ricorda D’Avenia sia per la caratterizzazione dei personaggi sia per lo stile narrativo, a metà tra la narrazione e i dialoghi incalzanti. Ben scritto.

Pietro:
Racconto ben scritto. I personaggi sono credibili, i gesti sempre significativi. Avrei spinto maggiormente sulla psicologia di Giorgio nel momento del bacio tra Agata e Bomber: la tensione è molto alta, lui un po’ apatico («scomparso dalla scena», appunto).