8 – DUE DONNE

25 Gen di editor

8 – DUE DONNE

Era bello tornare a casa dopo il lavoro, rivederla, ancora sentire la sua voce.

Poi, placidamente, la bellezza si impolvero’; fino a che, al nostro trentesimo di nozze, la domanda di un’amica mi bussò all’anima:

“Va tutto bene, tra voi due? vi vedo un po’ stanchi… “

” Certo che va bene” – pensai – “Oh, ma sì, mi è faticoso, in certi momenti, sopportare la sua baldanza mattutina; e non reggo quei capelli un tempo corvini e ora di un odioso color castano scuro…”

“Da Dio” – risposi – “Stanchi? Beh, sai: il lavoro, i figli…”

Poi, arrivarono Sofia e il suo racconto.

Sofia era stata, fino ad allora, quella minutina ossutina con la voce nasale e i begli occhi guizzanti su di noi, durante le serate al Centro Culturale.

Poi giunse il momento, per ognuno, di leggere i racconti degli altri sei compagni di scrittura.

Non ricordo cosa stessi provando, quando del suo arrivai alle parole “… Si voltò verso il marito, che si massaggiava la mascella bianca e ispida…” Ricordo che sorrisi tra me, mi somiglia parecchio, quell’uomo, pensai. Tornai indietro, cercando una conferma, eccola “… E le voleva bene da trent’anni…” allora sono proprio io, conclusi sogghignando dentro di me. Poi, vai a sapere il motivo, rilessi le frasi successive “…La foto del matrimonio. Non le aveva mai cambiato posto, chissà perché. Da trent’anni, in quella luce seppia così immobile e irreale, lui le teneva la mano con grazia d’altri tempi e sorrideva raggiante, illuminato da una misteriosa beatitudine che prometteva di sfolgorare immutata in eterno. Immutata, già. Promesse, promesse. Quanto polvere aveva preso nel tempo quella foto…”

Alzai gli occhi dal pc.

Era così, dunque?

Era quello, che gli amici cercavano di dirci?

Che la polvere della scontatezza stava offuscando la nostra storia?

Eppure (riguardai lo schermo) “… Eppure (la foto) era ancora lì”

Diventò, da allora, diverso il mio modo di guardare Sofia, durante il tragitto comune in metrò.

Poche parole, silenzi riempiti dai ricordi…

Il modo, dolcissimo e profondo, con cui aveva fissato, non vista, Rossella che ci raccontava di come invidiava a suo padre, appena scomparso, l’abilità nei lavori manuali… O quando, alla fine di una serata, regalò a ognuno di noi un segno legato in qualche modo alle sue passioni (il mio: un’agenda con riflessioni legate al mare che conservo nella casa in Toscana e ancora, durante le vacanze, sfoglio. E mi commuovo)

O ancora quel sì al mio invito a partecipare a un ritiro, nonostante certi trascorsi, perché “Me lo chiedi tu che sei un amico e degli amici mi fido”

O infine quando, a certe mie parole, rispose: “Devi essere consapevole delle tue priorità”
Consapevole delle; non: decidere quali sono. C’è una differenza abissale.

Innamorato di Sofia? Proprio della persona che attraverso un racconto mi aveva aperto gli occhi?

Incominciai a capire un pomeriggio al mare.

Mia moglie se ne stava poco più in là, a raccogliere conchiglie, sassi e madreperle. Nostra nipote, una macchia fucsia accovacciata sulla sabbia bagnata, l’ombrellino verde adagiato in diagonale al suo fianco, appena mosso dal vento che sapeva di sale…

Alle sue spalle, il mare. Lastra metallica percorsa da righe di spuma, sotto un cielo che era un accavallarsi di grigi chiari e scuri e azzurri e blu.

Nella mente, improvvisa, Sofia. Il desiderio che anche lei vedesse quello spettacolo, che godesse di quella tavolozza.

Non con me, centomila volte no.

Che fosse felice.

Senza essere mia.

Forse, per il nostro vivere, Sofia è stata (ed è!) come quella donnina del racconto, che scuote i rami dell’alloro per salvarlo dal peso della neve, perché nessuno può far tutto da sé…

O forse, in questo nuovo cammino, Sofia non c’entra nulla.

Forse, semplicemente, la mia sposa ha tagliato i capelli e non fa più la tinta.

Sono bianchi, ora.

Bianchi e luminosi come la luna alta nel cielo, che il vento ha pulito dalle nubi.

FINE

Le vicende raccontate sono reali (solo i nomi sono stati cambiati, per evidenti motivi). Le parti in corsivo sono frammenti di un racconto di “Sofia”


Valutazioni Giuria

8 – DUE DONNE – Valutazione: 25

Giud.1:
La trama è poco sviluppata e ci si perde per collegare le parti.

Giud.2:
bella la descrizione di Sofia, interessante la scena del mare e la nota finale. linguaggio semplice e leggibile

Giud.3:
“…illuminato da una misteriosa beatitudine che prometteva di sfolgorare immutata in eterno” risulta un po’ pesante. Ma il racconto è credibile, sa di vita vera, coinvolge e avvince nel descrivere il cammino di un amore lungo tutta una vita.

Giud.4:
devo ammettere di aver letto in questo uno dei racconti più “coraggiosi” del concorso, in quanto racconta una delicata intimità. Ravviso un limite nel dire troppo e conseguentemente approfondire poco. Consiglierei all’autore, ripetendomi, di essere più altruista mettendosi nei panni del lettore.