33 – Il Quaderno di un amico

26 Nov di editor

33 – Il Quaderno di un amico

Ricordo bene: quella giornata iniziò nel migliore dei modi, ero in laboratorio con il tanfo della notte ancora addosso. Ormai erano tante, forse troppe, le mattine che nascevano in quel laboratorio chimico. Mi capitava spesso di essere così immerso nel mio lavoro che venivo svegliato dai raggi dell’alba. Avevo fretta di riabbracciare mia moglie Sabrina e l’unico modo per soddisfare quel mio desiderio era finire quella mia maledetta missione al più presto, quella missione di cui nessuno poteva sapere. Il capo del mio progetto, il Dottor Erhardt, mi aveva espressamente vietato di parlare della mia ricerca ad anima viva, stupidamente non compresi il prezzo che avrei pagato da li a poco per aver coinvolto mia moglie nella ricerca. L’apporto di mia moglie fu fondamentale per completare la mia ricerca, la coinvolsi nel mio progetto per nutrire quella passione per il nostro lavoro che ci accomuna. Lei dal suo laboratorio di New York elaborava i dati che le inviavo, inviandomi algoritmi base, pronti per essere computati e verificati. Sabrina era laureata in Microbiologia e Virologia alla Sapienza, ricordo che era seduta al bar di Piazza Aldo Moro quando la conobbi per la prima volta, grazie a quel famoso cappuccino versato sulla sua gonna mi innamorai di lei perdutamente. Era la mattina del 21 Febbraio del 2019 e non sapevo che quel giorno era iniziato nei migliore dei modi, sarebbe stato il mio ultimo giorno a Wuhan. Stavo verificando l’ultimo algoritmo computazionale che mi aveva inviato Sabrina e… Tombola! L’equazione sembrava essere bilanciata. Finalmente avevo la conferma che la soluzione chimica da noi creata depotenziava quel virus, mantenendo l’impronta genetica del DNA in maniera tale da stimolare la creazione di anticorpi una volta messo in circolo in un organismo umano. Avevo il cuore a mille, verificai altre cento volte, la verifica era sempre soddisfatta. Avevo voglia di festeggiare ma non potevo, informai il Dottor Lawrence Erhardt: <<Dottor Erhardt, ho da darle la lieta notizia che la mia missione è giunta a termine>>.

Lawrence rispose con gioia alla mia notizia, tuttavia il suo tono di voce faceva intravedere una certa amarezza e la conferma la ebbi dalla sua domanda: <<Liang mi giuri di non aver parlato con nessuno della tua ricerca>>?

Da quella domanda capì che in qualche modo sapesse della mia condivisione dei dati di ricerca con mia moglie Sabrina: <<Be in effetti ne ho parlato con mia moglie, anche lei è una ricercatrice scientifica e mi ha dato una grossa mano nella ricerca. Ma comunque è una professionista e non divulgherà mai a nessuno il merito della mostra ricerca>>.

Lawrence non era della stessa idea, mascherò il suo enorme disappunto solo per prendere tempo, solo per organizzare al meglio i provvedimenti da prendere contro mia moglie. Tante volte, troppe volte, la razza umana è spietata nel raggiungere i propri obbiettivi e non conosce alcun valore se non quello del denaro e del potere. La sera di quel giorno iniziato nei migliore dei modi, ero in albergo a ripensare alle parole di Lawrence, sentivo che quel segreto stava diventando pericoloso, così decisi di scrivere questa strana storia su un quaderno, da tirar fuori nel caso mi fosse successo qualcosa. Quella sera stessa spedì quel quaderno. Lo spedì a Roma, all’indirizzo di un mio ex compagno di Università. Liang Cheng e Sabrina Venturi non potevano sapere che la loro ricerca scientifica aveva aiutato il mondo a cadere in un enorme complotto che da li a qualche mese sarebbe sfociato in una pandemia globale. Il piano del Dottor Lawrence Erhardt era frutto di anni di sperimentazioni, ideando un virus che avrebbe messo in ginocchio le economie di interi paesi, per poi tirar fuori il vaccino per salvare il mondo e fatturare miliardi di Dollari in un colpo solo. Alcuni giorni dopo Mario a Roma ricevette il quaderno di Liang mentre Sabrina Venturi moriva per colpa di un infarto, lo stesso strano infarto che condusse alla morte suo marito Liang Cheng prima di poter tornare a casa.




3 Commenti

  1. Trama troppo articolata.
    Errori nell’uso del passato remoto. Un brusco passaggio dalla narrazione in prima persona alla terza… Il racconto è decisamente poco originale (una versione molto simile era stata scritta con il precedente incipit).

  2. Testo scorrevole su un tema odierno. La teoria complottistica, il trattato storico attuale, il tempo del contagio sono i termini di questa storia.
    Che scorre bene, a parte qualche ripetizione.
    E segna le angosce della mentalità moderna infarcite di intrighi governativi e tranelli dove precipitare le proprie sicurezze dentro la paura.
    Il finale segna un piccolo colpo di scena, a cui il testo sembrava però aver già preparato il lettore fin dall’inizio, attraverso quell’alone di vago che lo percorre dall’incipit come una scossa lieve ed è il filo logico che porta all’epilogo.
    Una strada ‘chiusa’.
    I monologhi e i dialoghi rendono il senso e il significato della storia scritta e di quella umana.

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