5 – Una visita inaspettata

12 Gen di editor

5 – Una visita inaspettata

Finì per addormentarsi sul divano con il libro ancora aperto sulle ginocchia. Per Lucia era stata una settimana estenuante, quella che precedeva la discussione della tesi di laurea in Lettere. Per concentrarsi meglio aveva affittato un monolocale nei pressi dell’università. Il sonno ristoratore fu interrotto da un leggero tamburellare alla porta. Il sole invernale era calato da un pezzo dietro il palazzone di fronte. Aprì lentamente la porta, il tanto che consentiva la catenella. Alla debole luce del pianerottolo scorse una donna di età indefinita, vestita con abiti che sembravano rubati alla Croce rossa, tanto erano logori e sformati. Portava un marmocchio in braccio che dormiva beatamente. Sul momento, pensò che si trattasse di qualche mendicante che sfacciatamente si era avventurata fin lassù. Fece per richiudere, ma quella esordì: “Ciao Lucia, non mi riconosci?” La giovane universitaria rimase sbigottita e dubbiosa.

Quella continuò: “Sono io, Martina M., la tua compagna di classe. Ricordi? Ultimo anno del Liceo”.

Allora Lucia si fece più attenta e la fissò cercando un particolare che potesse confermare le sue parole. In mezzo a tanto sfacelo solo i suoi occhi erano rimasti gli stessi.

Sì, era proprio lei! Erano ormai trascorsi quattro anni da allora… Constatò che avevano la medesima età ma lei era invecchiata irrimediabilmente.

Fu presa dal panico. Che fare? Chiudere la porta, intrattenerla sul pianerottolo o farla entrare?

Nascose le sue paure dietro un sorriso e la invitò ad accomodarsi. Anche lei rispose con un sorriso che la raggelò. Mio Dio, le mancavano gli incisivi superiori!

Martina prese posto sull’unica poltrona, dopo aver adagiato il bambino su un angolo del divano, mentre Lucia si affannava ad offrirle aranciata e biscotti.

“Quanto tempo eh… sussurrò la padrona di casa per togliersi d’imbarazzo e ordinare i ricordi che affioravano alla sua mente.

Sì, ora rammentava… Martina era quella ragazza magra, con lunghi capelli castani al terzo banco, vicino alla finestra. Come aveva fatto a ridursi così? Avevano frequentato insieme il Liceo, ma proprio all’ultimo anno, poco prima degli esami di maturità era sparita, non era più tornata a scuola.

Dopo qualche settimana scoppiò lo scandalo. Era scappata di casa con un meccanico, per giunta sposato. La famiglia l’aveva cacciata di casa. Da allora non se ne seppe più nulla. Ora, inspiegabilmente, aveva bussato alla sua porta.

La visitatrice, cercò di colmare la sua curiosità repressa. “Sai, Lucia, ho lasciato la scuola per amore…la scuola che mi piaceva tanto”

L’altra commentò laconicamente: “Che peccato, abbandonare tutto proprio all’ultimo anno, dopo tante fatiche…”.

Martina, continuò dopo un profondo sospiro: “Si, lo so. Me lo ha imposto lui per lasciare sua moglie. Ora mi rendo conto di aver sacrificato tutto per il suo amore e ho perso la mia famiglia e il mio futuro. I primi mesi sono stati felici, lui così bello, più grande e io così innamorata”.

Lucia si limitava ad annuire borbottando ogni tanto un “Capisco…”.

“Dopo iniziarono i problemi: il mantenimento per la sua famiglia, nuove spese,…”. -riprese a raccontare- “Ben presto si trasformò in un uomo gretto e malato di gelosia. Ho patito privazioni di ogni genere con la rassegnazione di chi sa che non può più tornare indietro”.

Lucia provò tanta pena per lei.

La sua compagna poi cambiò discorso:” Spero, di non essere stata invadente. Ti ho incrociata tante volte mentre uscivi dall’Università al rientro dal mercatino rionale, ma tu non mi hai mai salutato, non mi hai mai degnato di uno sguardo. Rivederti ha riacceso la nostalgia per i bei tempi trascorsi tra i banchi. Ti devo confessare di aver provato un pizzico di invidia nel vederti così libera…” Si interruppe arrossendo.

Guardò l’orologio alla parete.

“È già tardi! Ora rientra il mio compagno.-esclamò- Posso avere un bicchiere d’acqua?”.

Il tempo di andare e tornare dalla cucina e Martina non c’era più.

Sul bracciolo della poltrona trovò una foto che le rappresentava entrambe davanti a una lavagna su cui c’era scritto “Amiche per sempre”. Sul retro della foto poche parole:” Ricordiamoci per sempre così!”.

Allora avevano creduto entrambe a quella promessa adolescenziale!

Corse sul pianerottolo, si sporse dalla ringhiera, la chiamò; era già andata via. “Com’è imprevedibile la vita!- pensò- Essa è un groviglio indistricabile di relazioni che si snodano in tempi e situazioni differenti e non sempre danno senso alle nostre scelte”.


Valutazioni Giuria

5 – Una visita inaspettata – Valutazione: 25

Giud.1:
Racconto con espressione fluida e descrizione accurata. I sentimenti dei personaggi vengono fuori dall’esposizione dettagliata.

Giud.2:
racconto con un buon vocabolario e sintassi, di facile lettura. Storia un po difficle da comprendere.

Giud.3:
Il sentimento di amicizia, in una diciottenne alle porte della maturità, in genere è qualcosa di intenso, non così facile da scordare. Tempi verbali che cambiano nel corso della narrazione. Riflessioni finali condivisibili.

Giud.4:
Poco verosimile che si affitti un monolocale “per concentrarsi meglio”. “sfacciatamente si era avventurata”, come “sbigottita e dubbiosa”, “Fu presa dal panico”,”colmare la sua curiosità repressa”, “commentò laconicamente” sono immagini poco felici: non rendono l’idea che si intuisce vorrebbe esser data. Se “avevano frequentato insieme il lieceo”, perchè le dice “ultimo anno”?. Poco plausibile che le “migliori amiche” non si riconoscano dopo soli 4 anni, che l’amica decida di andare a trovarla e poi di scomparire. Si può creare ogni intreccio, ma deve essere sorretto da quegli espedienti che poi fanno la differenza.