4 – Dieci incipit e una fetta

25 Gen di editor

4 – Dieci incipit e una fetta

Era bello tornare a casa dopo quello che le era accaduto e, del resto, l’avevano appena cacciata dall’ufficio.

“Mi scusi signor Neri, ma questo è un compito dell’ufficio acquisti”.

“Non capisco perché anche Lei, Diana, si rifiuti di farlo!”. Ci fu un lungo silenzio rotto solo dallo starnazzare di una collega.

“Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami, vengo con te!” aveva detto Vera inseguendo il ragazzo verso la macchinetta del caffè. Iniziavano i primi freddi, ma Vera continuava a indossare vestiti succinti con lo scopo di sedurre sia Giorgio che Luca. Il signor Neri non poté fare a meno di sbirciare la scollatura di Vera. La cosa non sfuggì né a Diana né a Vera stessa. La prima sbuffò, la seconda invece fece delle movenze tali da agevolare ogni visione.

“Le dicevo Signor Neri che dovrebbe chiedere a Ivana degli acquisti.”

“Capisco Diana, ma non si preoccupi. Le lascio tempo fino alle quattro di oggi pomeriggio”.

Diana alzò gli occhi al cielo. Ora lo so, non è sempre vero che le scelte più sagge le compie chi ha i capelli bianchi, pensò osservando il Signor Neri arrancare per raggiungere Vera. Tutta colpa della pastiera. Se Ivana non l’avesse portata alla sala caffé, Giorgio non si sarebbe alzato per fare una pausa, Vera non lo avrebbe seguito, il signor Neri non si sarebbe distratto, lei avrebbe spiegato le sue ragioni e non si sarebbe trovata a dover svolgere un compito non suo.

Per finire il lavoro in tempo, Diana aveva rinunciato al pranzo e Ivana, stranamente premurosa, le aveva lasciato una fetta di pastiera sulla scrivania.

“Se non vieni in mensa, almeno mangia un po’ di questa!”.

Diana la ringraziò incredula, ne assaggiò un pezzetto e ricominciò subito a copiare dei dati su un foglio excel ma, dopo qualche sbadiglio, finì per addormentarsi.

“Oh mio Dio, sono le tre e mezza! Cosa mi è successo? E tu come mai sei nel mio ufficio?”

“Un paio d’ore fa ti ho visto addormentata alla scrivania e ora sono venuta a vedere ti fossi svegliata.”

“Non è possibile!”

“Come no? Ti ho anche sentito russare”

“Ivana, perché non mi hai svegliato subito?”

“Sembravi sfinita e ho preferito lasciarti dormire!”

“Ma come?”

“L’ho fatto per te. Ho forse sbagliato?” chiese Ivana con un ghigno.

“Potrei essere licenziata per questo. Il contratto parla chiaro!”

“Quante storie che fai Bella Addormentata! Non ti ha visto nessuno!”.

Diana cercò di stare calma. Sarebbe stato pericoloso discutere con Ivana e, come prima cosa, doveva avvertire Neri del fatto che avrebbe finito tardi il lavoro.

Tutto inutile. Il responsabile delle risorse umane era già davanti a lei.

Un paio di mesi dopo, il Giudice, che aveva il compito di valutare se il licenziamento di Diana fosse giustificato, interrogò diversi testimoni.

Ricordo bene, quella giornata era cominciata nel migliore dei modi – disse Vera – avevo bevuto il caffè con Giorgio e sia il signor Neri che Luca mi avevano guardato con interesse”.

“La prego venga al dunque e mi dica solo ciò che riguarda la signora Diana Cempi”.

“Quel giorno il signor Neri aveva chiesto a Ivana di svolgere un lavoro ma lei rifiutò. Disse di essere oberata e che sarebbe stato meglio chiedere aiuto a Diana”.

“E lei come sa di questa conversazione?”

“Ero andata nel suo ufficio per parlare con Luca. Volevo che vedesse il mio nuovo ciondolo. Sa com’è Signor Giudice? Mi cadeva proprio qui!” disse indicandosi il seno.

Il Giudice non fece una piega.

“Ricorda altri particolari rilevanti?”

“Solo che Ivana aveva portato una fetta di pastiera a Diana”.

“E Lei ritiene che questo sia degno di nota?”.

“Assolutamente”

“Sia più precisa. Mi spieghi perché questo fatto dovrebbe essere rilevante!” si spazientì il Giudice.

“Ah sì, certo. Lei non può saperlo”. Vera accompagnò le sua parole con una risatina sciocca e continuò il racconto: “Ivana e Diana non sono mai andate d’accordo. Del resto non potevano essere più diverse di così. Era strano che una delle due portasse una fetta di torta all’altra. Ivana aveva persino detto che quella era una fetta così speciale che avrebbe fatto sognare Diana”.

Osservando il Giudice volgere lo sguardo verso Ivana, Vera prese contatto con la realtà: “Oh mio Dio! Non ci avevo pensato. E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?


Valutazioni Giuria

4 – Dieci incipit e una fetta – Valutazione: 23

Giud.1:
Avvincente, divertente e originale.

Giud.2:
non mi sono piaciute le diverse calligrafie e il salto temporale. trama originale.

Giud.3:
Non facile inserire tutti gli incipit in un racconto coerente: l’idea è da premiare. Ne risulta però un brano un po’ caotico, i protagonisti sono soltanto nomi e non personaggi quindi si fatica a orientarsi.

Giud.4:
L’idea è originale, anche se a volte gli incipit sono un po’ forzati.
Consiglierei di optare per uno stile più definito: una storia verosimile o grottesca?