30 – GIOVEDI 17

16 Dic di editor

30 – GIOVEDI 17

Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami, vengo con te, non me la sento di lasciarti solo proprio stasera – disse Laura cercando di tenere il passo.

– Lasciami stare Laura, stasera proprio no – rispose Giorgio chiudendole la porta in faccia.

-Quella pazza scatenata, non avrei dovuto insegnarle a sparare, prestarle il mio fucile poi… La sua apparenza mi ha ingannato e lo schernire e immaginare l’impossibile aveva addomesticato ogni istinto di difesa. Lo aveva detto mille volte che avrebbe desiderato vederlo morto e che sarebbe stata l’unica via di fuga da quella vita infernale, ma non pensavo potesse arrivare a questo. Ora la polizia troverà le mie impronte, scopriranno il fucile e che essendo il suo amante, ho avuto più di un motivo per ucciderlo mentre lei diventerà proprietaria dei suoi beni e finalmente potrà godere della vita che aveva sempre desiderato fare.

Un piano premeditato come solo Viola saprebbe fare.

– Sig. Giorgio Ostili – disse dopo qualche secondo al telefono una voce maschile, si deve presentare in caserma. Quella frase l’avevo sentita migliaia di volte alla tv e ora appariva quasi ridicola anche se di divertente non c’era quasi nulla. Un interrogatorio di circa un’ora cercando di chiarire il mio inesistente interesse nella scomparsa del dott. Restili. Mi tennero in caserma a lungo, per molti giorni in attesa delle varie perizie.

– Ho capito, ho capito, un capello trovato lì intorno al fucile – rispose al telefono il maresciallo Rossi guardandomi negli occhi proprio nel giorno in cui mi aveva concesso qualche momento di pausa.

Uscirono dalla caserma rientrando poi qualche ora dopo.

Il giorno seguente, da lontano, intravidi la figura di Viola che attraversava la lunga parete grigia. Era sempre più bella e malgrado quello che era successo non riuscivo completamente a odiarla. Era vissuta accanto a lui per anni, maltrattata, umiliata picchiata davanti ai figli e ora, sopravvissuta al Covid, si era sentita in diritto di vivere finalmente la sua vita. Aveva tentato per anni di liberarsene ma ogni volta che lei andava a vivere da qualche altra parte, lui si appostava, la inseguiva e le rendeva una vita di terrore. Si era così lasciata andare negli anni a tal punto da desiderare solo la sua morte.

La lunga malattia chiusa in casa con i figli positivi e il lungo lockdown dei tre mesi precedenti avevano reso ancora più fragili i suoi nervi restando comunque una donna lucida e priva di scrupoli.

In quella vita le sembrava di morire e non mi stupisco se abbia preferito liberarsi di colui che ormai decideva se e come lei dovesse essere felice.

– dott. Ostili, ci sono nuove tracce nelle indagini. E’ stato trovato un capello sul fucile appartenente alla signora Restili. Probabilmente verrà scarcerato e lei accusata di omicidio colposo – .

Una mamma di due bambini, che fine avrebbero fatto? Pensai io toccandomi la testa. Dopo qualche secondo arrivò Viola che mi abbracciò piangendo.

– Perdonami, non ho più la forza di vivere, non ce la facevo più ma l’unica cosa che mi dispiace è averti incolpato – mi disse Viola cercando di non farsi colare il trucco.

In quel momento non sapevo cosa fare, ma la testa mi disse di aiutare quella donna che ormai amavo e per la quale avrei fatto qualsiasi cosa.

– Maresciallo, il capello biondo pur appartenendo alla signora Ostili, non ha nulla a che vedere con l’omicidio. Io e la signora, prima di quel momento, eravamo stati insieme nel pomeriggio a caccia di topi che mangiano il raccolto della mia tenuta, e probabilmente, stando vicino a me, può essere rimasto nel fucile.

Il maresciallo, avvicinandosi a me, cercò di guardarmi negli occhi dicendomi – E’ una follia lo sa? Però le voglio credere –

Il maresciallo uscì dalla stanza fumando la sua solita pipa e senza battere ciglio accompagnò Viola fuori dalla porta. La mia situazione di ricco proprietario terriero e la mia buona condotta avrebbero fatto in modo che quella prigionia sarebbe durata molto meno di quello che lei avrebbe potuto avere.


Valutazioni Giuria

30 – GIOVEDI 17 – Valutazione: 16

Gaia:
Una storia un po’ “facile”, piuttosto banale e con una conclusione poco verosimile. I fatti sono narrati in modo piatto, senza creare interesse nel lettore. Non ci sono emozioni, i personaggi sono privi di spessore. Il tutto sembra un resoconto, una sorta di verbale … Alcuni errori nella forma (soprattutto farei attenzione all’uso corretto del gerundio!)

Matteo:
La trama di questo racconto sarebbe più adatta a un romanzo. Nel breve spazio a disposizione le scene tendono a sovrapporsi e le motivazioni dei personaggi non sembrano affatto realistiche e congruenti. Entrambi i personaggi principali attraversano una serie infinita di cambiamenti, che sarebbe più adatta a un testo molto più lungo. A livello formale ci sono inoltre parecchie imprecisioni.

Paola:
Il gesto finale del protagonista, che si sacrifica per Viola e per il bene dei suoi figli, non trova purtroppo adeguato contraltare nel resto del racconto. La descrizione dei personaggi e delle vicende è piuttosto fredda e poco coinvolgente. Peccato perché l’idea era interessante ma avrebbe richiesto un crescendo di costruzione introspettiva dei personaggi perché il lettore arrivasse pronto alla conclusione.

Pietro:
La storia è ben concepita e ha un grande potenziale nella miscela di odio e amore di Giorgio nei confronti di Viola. Purtroppo, però, non è raccontata adeguatamente a causa di scene e personaggi di troppo (la prima scena, con la figura di Laura), errori di concordanza dei tempi verbali, informazioni date frettolosamente («Quella pazza scatenata…») e la frequente assenza di coordinate spazio-temporali.