29 – Il fantasma

16 Dic di editor

29 – Il fantasma

“Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami vengo con te”

“sto andando al bosco Luca, farò tardi e non è il caso che tu venga”

“al bosco a far cosa?”

“Luca non ho tempo per spiegarti, non capiresti nemmeno”

“dai vengo con te”

“ti ho detto che non è il caso”

“ma perché? Puoi almeno spiegarmi? E poi quest’auto dove l’hai presa?”

“Va bene se proprio vuoi venire sali, fa presto ma non dire ce non ti avevo avvisato”

“avvisato di cosa? Giorgio mi spieghi che succede?”

“Senti non fare più domande, o sali o vado via”

“va bene andiamo!”

Così iniziò tutto, nel tragitto cercavo di capire cosa stesse succedendo ma Giorgio non proferiva parola,

aveva lo stereo a tutto volume e correva come un pazzo.

Arrivati al bosco mi chiese di scendere, avvertivo dei rumori provenire dal cofano:

“Giorgio cosa sono questi rumori?”

Senza darmi risposta scese dall’auto ed iniziò ad accumulare legna e foglie secche che erano sparse nel bosco, prese una tanica dal lato posteriore dell’auto e riversò della benzina sul fogliame e con un fiammifero appiccò il fuoco.

“Ora puoi aprire il cofano” mi disse,

“Giorgio mi spieghi cosa stai combinando?”

“Apri il cofano” ripeteva.

Aprii il cofano e al suo interno c’era una donna imbavagliata e legata mani e piedi, ero stupefatto!

Neanche il tempo di chiedergli chi era e cosa ci facesse lì che mi puntò una pistola alla nuca intimandomi di gettarla nel fuoco.

“Giorgio metti giù quell’arma!”

“Fa ciò che ti ho detto! O tu o lei”.

“Vostro onore non avevo altra scelta, cosa avrei dovuto fare?”

“Veda signor Carloni Luca, il problema è che dai rilievi effettuati sul luogo del delitto non emergono tracce che lascino supporre la presenza di una terza persona piuttosto i rilievi medesimi evidenziano che lei era al volante di un’auto non di sua proprietà e sulla tanica e sulla pistola, rinvenuti sul posto, ci sono solo le sue impronte digitali.”

“Vostro onore Giorgio indossava dei guanti aveva premeditato tutto nei minimi dettagli”

“va bene signor Carloni supponendo che Giorgio avesse dei guanti, come spiega che la vittima, che lei afferma di non conoscere, risulta essere vostra moglie?”


Valutazioni Giuria

29 – Il fantasma – Valutazione: 16

Gaia:
Tutto un po’ insensato: la vicenda non è chiarissima. Forse Giorgio è “il fantasma” del titolo, e Luca ha veramente ucciso la moglie… ma la conclusione avrebbe dovuto chiarire meglio… Giorgio è una proiezione del disagio psicologico (patologico) di Luca? O Luca è “semplicemente” un assassino che cerca di inventare una scusa (decisamente poco convincente) per evitare la condanna…?? Qualche errore nella forma (il “Veda, signor Carloni Luca”, oltre che avere un tempo verbale scorretto, è anche decisamente poco elegante!).

Matteo:
Fin dall’inizio la storia risulta poco credibile. Procedendo con la lettura tutto diventa sempre più nebuloso e il finale non aiuta a chiarirci le idee. Credo in ogni caso che l’idea iniziale sia piuttosto interessante. Varrebbe la pena rendere più chiari i vari passaggi. Dovrebbe essere evidente fin da subito che il protagonista stia cercando di convincere un giudice (e con lui il lettore) della sua innocenza. Il finale può anche rimanere aperto (non è obbligatorio che riguardo all’identità dell’assassino la certezza sia assoluta), ma il lettore deve avere degli elementi che quantomeno lo facciano propendere in una direzione piuttosto che in un’altra.

Paola:
Il racconto non sta in piedi. La storia non convince. E il salto tra il delitto e la deposizione è troppo netto. Anche sul piano stilistico ci sono alcune imprecisioni.

Pietro:
Trovo che il racconto abbia un problema di fondo: perché, se il giudice non si beve la storia di Luca, noi dovremmo farlo?