28 – La pastiera de oro

3 Dic di editor

28 – La pastiera de oro

Tutta colpa della pastiera o di Maradona?

All’indomani della morte del campione argentino nel contesto napoletano si susseguirono numerose manifestazioni d’affetto tese ad omaggiarlo: intitolazione dello stadio, di una piazza sino all’apertura di un museo.

In prossimità delle feste pasquali, venne attivata un’ulteriore iniziativa in suo onore, ad opera del comitato dei quartieri spagnoli, nacque il torneo rionale della “pastiera de oro” in ossequio all’appellativo di Pibe de oro che storicamente lo contraddistingueva.

Il regolamento era alquanto semplice: si poteva partecipare esclusivamente con una pastiera fatta in casa, la stessa doveva essere consegnata entro le ore dieci del giorno di Pasqua, votazione ad opera di una giuria tecnica composta da quattro pasticcieri, primo premio: una statua di Maradona realizzata a mano.

L’iniziativa creò molto entusiasmo, si respirava un’aria gioiosa, tuttavia era ben noto nel quartiere che la signora Lina avesse quel tocco in più, tutti ma proprio tutti la davano per favorita, era una vera istituzione oltre ad essere molto stimata per la sua generosità.

Venne il giorno!

Alle cinque del mattino la signora Lina era già alle prese con i preparativi, solita dedizione nell’impasto e via ad infornare, attesa la cottura era suo solito lasciar raffreddare la pastiera sul davanzale della finestra e così fece, nel frattempo s’accingeva a prepararsi, pronta per la consegna ritorna in cucina ma sul davanzale la pastiera non c’era più!

Non ci credeva, pensava fosse uno scherzo, erano le nove e trenta mancava mezz’ora alla consegna e non v’era più il tempo materiale per prepararne un’altra, presa dall’ira per quel gesto beffardo scese in strada e chiese a chiunque del vicinato se avessero visto qualcosa ma nessuno sapeva nulla, incredula ed affranta si diresse comunque nel luogo della competizione ma con alcunché tra le mani, la gente al suo arrivo iniziò a mormorare, non capiva perché la signora Lina non avesse presentato la sua pastiera, lo stupore era tale come se Maradona avesse sbagliato un rigore.

Lina non accettava affatto quanto gli era accaduto, in lei si scatenò un desiderio di vendetta e a coloro che le chiedevano del motivo della mancata partecipazione iniziò a rispondere che la gara era falsata, tutto era già deciso, la voce si diffuse a macchia d’olio in tutta la piazzetta e la gente iniziò ad inveire contro gli organizzatori: fischi, urla di disapprovazione fino ad arrivare al lancio delle pastiere, da parte dei concorrenti, verso il palchetto allestito per l’occasione.

La situazione era fuori controllo, i giurati, inconsapevoli di quanto stesse accadendo, invocavano alla calma ma la reazione della gente era sempre più veemente sino al punto che furono costretti a scappare ma uno di questi scivolando su di una pastiera urtò la statua di Maradona che cadde e andò in mille pezzi.

“Sacrilegio!” il grido che dalla folla s’aizzò.

Alcuni dei concorrenti salirono sul palchetto, che era ormai divenuto un campo di pastafrolla, nel tentativo di braccare il colpevole rimasto a terra, altri salirono nel tentativo di dirimere la contesa ma a loro volta scivolarono sulla fanghiglia che s’era creata, si scatenò un parapiglia generale placato dal solo intervento delle forze dell’ordine.

Il torneo culminò con sette fermi e quattro ricoveri per lesioni, fortunatamente, lievi e nessun vincitore ciò che doveva essere un momento di festa e sana competizione scaturì nell’impensabile, la stessa signora Lina rimase sbalordita da quanto aveva provocato non pensava potesse scatenarsi un simile putiferio!

Rammaricata per l’accaduto scoppiò in lacrime ma non ebbe mai il coraggio di confessare la verità tuttavia rivolse lo sguardo al cielo e sospirò: “scusa Diego spero tu possa perdonarmi”.


2 Commenti

  1. Trama povera, narrazione senza ritmo, come si dovesse leggere tutta d’un fiato. Periodi decisamente troppo lunghi. Punteggiatura usata in modo scorretto. Parecchi errori sintattici.

  2. L’idea del concorso è divertente, ma il racconto risulta penalizzato da alcune imprecisioni formali piuttosto importanti, soprattutto per quanto riguarda consecutio temporum e punteggiatura.

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