25 – La morte di Melody

14 Gen di editor

25 – La morte di Melody

Finì per addormentarsi, stavolta per sempre.

Io e Melody siamo state una affianco all’altra per quasi 16 anni.

Mi era stata regalata dai miei genitori all’età di 6 anni perchè a tutti i costi io volevo un gattino.

Tutti i miei amichetti avevano un animale domestico, mentre a me non era concesso.

I miei genitori mi ripetevano in continuazione che averne uno non era come avere un pupazzo: me ne dovevo prendere cura.

Alla fine, dopo avergli spaccato i maroni, a Natale mi portarono al gattile per sceglierne uno.

Vidi tanti di quei bei musetti e avrei tanto voluto adottarli tutti.

Poi vidi lei, in un angolino, tutta accucciata in una copertina blu.

Mi avvicinai e lei alzò lo sguardo.

Ci fissammo per un istante.

Sembrava che al posto degli occhi avesse degli smeraldi incastonati; erano così verdi che mi ci persi.

Era così piccola con quel pelo arruffato, aveva un manto bellissimo: nero maculato grigio.

Non avevo mai visto un gatto così bello e per questo me ne innamorai subito.

Mi chinai per poterla prendere e lei con un balzo mi saltò in braccio.

C’eravamo scelte entrambe, fu per tutte e due amore a prima vista, nel vero senso della parola.

I miei genitori,vedendo la scena,sorrisero.

I volontari del gattile mi dissero che era una splendida femminuccia.

Finite le scartoffie da firmare per poterla adottare, finalmente, potevamo tornare a casa tutt’e quattro insieme.

Ammetto che il viaggio non fu per nulla semplice.

Avevo riposto la mia gattina nel nuovo trasportino e l’avevo posizionato nel sedile posteriore accanto a me.

Appena mio padre accese l’automobile lei cominciò a miagolare.

Da lì decisi di chiamarla Melody perchè i suoi versi se sembravano, più che miagolii, una dolce melodia.

Arrivata a casa,lei si ambientò subito.

Avevo già preparato tutto.

Ero andata a comprare la cuccietta, la lettiera, il tiragraffi e dei topolini di gomma per poter farla giocare.

La cuccietta non la utilizzò mai perché, sin dalla prima notte, si mise sotto le coperte con me oppure si accucciava al fondo del letto.

Non utilizzò nemmeno il tiragraffi, visto che il suo posto preferito per farsi le unghie era il divano, infatti tante volte mia mamma strillava per questo motivo ma a lei non importava.

Ma devo dire che, oltre a ciò, era molto ubbidiente. Un po’ stronzetta, la definirei, ma ubbidiente.

I miei genitori erano fieri di me per come ne ero responsabile.

Io e Melody eravamo sempre l’una affianco dell’altra. Non ci separavamo mai.

Con gli anni, crescendo, ovviamente non avevo più molto tempo libero ma ritagliavo sempre uno spazietto per stare in sua compagnia.

Non vedevo l’ora di uscire da scuola per poterla coccolare e accarezzare e lei era sempre con me.

Saliva sulla mia scrivania quando mi posizionavo lì per iniziare i compiti, balzava sul divano quando mi sedevo per guardare un film.

Sempre insieme fino a quel fatidico giorno.

Eravamo cresciute insieme io avevo ormai 22 anni.

Ero una giovane ragazza alle prime esperienze con il mondo del lavoro e per questo motivo da casa mancavo molte ore.

Lei, invece, era invecchiata. Persino il suo manto aveva assunto un colorito più pallido.

Era debole e stanca.

Fino a che un giorno, ritornando dal lavoro, trovai Melody accucciata sopra il mio letto.

Mi sembrò strano che non avesse udito il rumore della chiave che girava nella serratura della porta.

Mi sembrava strano non si fosse avvicinata piano piano al mio ritorno, come faceva sempre.

Fatto sta che la trovai lì addormentata.

Fecì per accarezzarla e lei non fece una piega.

Era fredda,gelata.

Cercai di muoverla e urlai il suo nome ma nulla, non si muoveva, non apriva quei suoi meravigliosi smeraldini.

Capii.

Mi accasciai per terra disperata.

Le lacrime mi rigarono il viso.

Melody finì per addormentarsi, sta volta per sempre.


Valutazioni Giuria

25 – La morte di Melody – Valutazione: 21

Giud.1:
Racconto scorrevole, ma la narrazione finisce per essere un po’ scontata.

Giud.2:
bella la storia, le descrizioni dei vari momenti passati dalla ragazza e Melody, delle emozioni. Coinvolge molto il lettore (se possiede un animale).

Giud.3:
Clichè (occhi=smeraldi =mi ci persi). Cuccetta? Tutt’e quattro? Tempi verbali incoerenti. Racconto infantile

Giud.4:
“posizionato nel sedile”, “se sembravano”, “cuccetta”, “la cuccetta non la utilizzò”, “accucciava al fondo del letto”, “ma devo dire, oltre a ciò, era molto ubbidiente”. Errori troppo gravi per passare alla fase successiva di commento della narrazione.