25 – E ora chi lo dice a mia moglie?

16 Dic di editor

25 – E ora chi lo dice a mia moglie?

“Ma dove scappi così di corsa Giorgio? Aspettami, vengo con te”. Non feci in tempo a finire la frase che Giorgio era già uscito dall’appartamento sbattendo la porta alle sue spalle. E adesso? Non avevo le chiavi per poter chiudere la porta d’ingresso, quindi andarmene così, senza avvisare Giorgio, era da escludere. Avrei aspettato il suo rientro. “Giorgio, ti sembra questo il modo di piantare in asso un tuo amico?” gli avrei chiesto quando sarebbe tornato. Ah, sì, sì, gliene avrei dette quattro! Ma i minuti passavano e di Giorgio nemmeno l’ombra. Per passare il tempo iniziai a sfogliare il quotidiano appoggiato sul tavolo. Politica, finanza, una donna uccisa dal marito, un furto nell’appartamento di un anziano signore, una truffa ai danni di un imprenditore in campo medico che prometteva vendetta, vittoria per la squadra di calcio cittadina, alcuni strani episodi al cimitero e tombe apparentemente profanate… Dopo un’ora trascorsa a leggere il giornale avevo esaurito notizie e pazienza. Ma come potevo andarmene lasciando la casa incustodita? Dopo aver letto del furto avvenuto ieri, poi! Dovevo aspettare Giorgio e, a questo punto, mi meritavo anche di sapere perché avesse tanta fretta di uscire. Non l’avevo mai visto così. Ed eravamo amici da tanti anni, eh, anche se c’erano stati dei periodi in cui non ci eravamo frequentati perché lui era spesso in viaggio. Ma comunque con me era sempre stato gentile e quindi questa scortesia proprio mi coglieva impreparato. “Ma glielo dirò, eh! Eccome se glielo dirò!” ripetevo vagando per l’appartamento.

Guardai l’orologio: le 18.30. Mia moglie mi aspettava per cena e se fossi arrivato troppo tardi chi l’avrebbe sentita? Proprio stasera, poi, che aveva preparato il mio dolce preferito.

Avrei aspettato solo un’altra mezz’ora e poi, Giorgio o non Giorgio, me ne sarei andato.

Usai il bagno degli ospiti che aveva una finestra aperta sul cortile. Sentii la voce di un uomo che chiedeva “Dove?” e un altro rispondere “Là in alto”. E se fossero stati i ladri di cui parlava il giornale? Meglio tenere le luci accese e fare un po’ di rumore. Sapendo che l’appartamento non era vuoto, non sarebbero entrati, no? Poi una risata seguì la conversazione. Non potevano essere ladri, i ladri non sono così rumorosi. Mi tranquillizzai, uscii dal bagno e spensi la luce. Mentre tornavo in salotto, notai che la camera di Giorgio era sottosopra. La curiosità era fortissima ed entrai. Vestiti, calzini, carte e giornali erano sparsi ovunque, le ante e i cassetti dell’armadio aperti. Chissà che cosa gli aveva messo tanta fretta… Raccolsi una fiala che giaceva rotta e vuota sul pavimento e la gettai nella spazzatura in cucina.

Cercai nuovamente l’orologio con lo sguardo: le 19.00. Era decisamente arrivato il momento di tornare a casa da mia moglie. Mi venne l’acquolina in bocca pensando alla pastiera che mi aspettava a conclusione della cena. A Giorgio gliele avrei cantate in un altro momento!

Mi infilai il cappotto, diedi un’ultima occhiata all’appartamento e mi avvicinai alla porta. Clic. Le luci si spensero. Girai la maniglia. La porta si aprì spinta violentemente dall’esterno e POOM. Il fucile a pompa mi aveva trapassato da parte a parte, lasciando un buco all’altezza dello stomaco. Caddi a terra e non vidi più nulla. Ma sentii. Ancora per poco sentii parlare gli uomini che mi avevano sparato: “E questo sarebbe Giorgio? Quello stronzo che pensava di fottere il signor Cheng? Pensavo ci avrebbe dato più filo da torcere e invece era solo un coglione”, “Dai, non perdiamo tempo, vediamo di trovare quei campioni di materiale genetico e riportiamoli indietro, sono già successi troppi casini e sai che Cheng vuole che… BUIO. Ero morto. Chi l’avrebbe detto a mia moglie che non sarei tornato per cena? E poi mi svegliai sul tavolo freddo di un obitorio con una fame insostenibile.

Ma questa è un’altra storia…


Valutazioni Giuria

25 – E ora chi lo dice a mia moglie? – Valutazione: 26

Gaia:
Disarmante. Un racconto che scorre apparentemente tranquillo per finire con un colpo di scena davvero spiazzante. Non si può non sorridere, e questo fa onore al racconto. Decisamente spiritosa l’idea della voce narrante che continua a raccontare anche dall’obitorio. Narrazione fluente, forma corretta (salvo un’imprecisione nell’uso dei tempi verbali…). Bene

Matteo:
Nonostante la forma sia piuttosto buona, mi sembra che il racconto sia poco plausibile. Cosa ci fa il protagonista nell’appartamento di Giorgio? Per quale ragione vi rimane, nonostante il suo presunto amico l’abbia abbandonato in maniera inspiegabile e improvvisa? E’ comprensibile il tentativo di rappresentare in modo divertente un personaggio fuori posto, ma personalmente ho trovato l’intera situazione incongruente e difficile da seguire. Il finale, chiaramente collegato a racconti precedenti, sembra del tutto avulso dal resto della narrazione.

Paola:
L’idea è interessante e piuttosto ben costruita ma ci sono delle incongruenze: Giorgio non avrebbe potuto avvisare l’amico del pericolo? Come mai lo lascia lì solo? E il protagonista perché aspetta così passivamente e non cerca di contattare Giorgio almeno telefonicamente? Molto efficace invece il titolo che trova il suo contraltare nella conclusione. Avrei evitato il passaggio dell’obitorio che è superfluo. Stilisticamente corretto.

Pietro:
Molto divertente. L’esperimento di mettere un uomo tranquillo nella storia sbagliata è riuscito quasi alla perfezione. Scrivo «quasi» perché il finale è troppo inaspettato. Se il nostro eroe fosse minimamente più consapevole, sin dall’inizio, della grana in cui è capitato (come un don Abbondio, per intenderci), chi legge si godrebbe molto di più il suo tormento e il finale sembrerebbe meno casuale.