24 – La bivaccata

28 Gen di editor

24 – La bivaccata

Era bello tornare a casa dopo le nostre bivaccate, soprattutto se la sera del rientro ti giocavi una partita di campionato.

Tutte le nostre escursioni sono memorabili, però ne ricordo una in particolare, quella alla baita “Le biuse” del venticinque gennaio dello scorso anno.

In mezzo ad un bosco circondata da un manto di neve, non fresco ma resistente, la intravediamo dopo aver percorso un sentiero incerto, difficile era scorgerne il tracciato. Il camino fumante era di buon auspicio. A me personalmente faceva pesare al calore che avrei avvertito varcando la soglia. Non che avessi bisogno di scaldarmi, dopo aver affrontato la salita con lo zaino in spalla non era certo sentirsi al caldo il desiderio più impellente da soddisfare, però mi piaceva l’idea di togliermi la termica ed indossare una misera maglietta di cotone davanti alle fiamme generate dai rami secchi larici. Ad accoglierci un rappresentante degli Scout, che molto gentilmente si era offerto di aprirci lo chalet. Si perché non si poteva certo definire un bivacco quello che avevamo prenotato. Al piano rialzato uno stanzone nel quale era stato posizionato un tavolo massiccio, il camino ed una cucina che nulla aveva da invidiare alle Scavolini. La dispensa sembrava uno scaffale dell’Esselunga. Ma dove eravamo capitati? Al primo piano le stanze, letti a castello in legno di pino rilasciavano quel profumo aromatico tipico delle costruzioni di montagna. Iniziò tutto con uno spritz, poi presero il via le attività culinarie. Clara e Pietro in quel momento erano concentrati al taglio del cappello del prete. Io, il mio Vice, il Gianlu, l’Andre e i due instancabili Rachele e Sam (i bimbi) ci tuffiamo in un interminabile “nomi, cose, città, animali, fiori, ecc. Finalmente arriva l’ora di cena: polenta, intingoli vari, zola, gli spezzatini, salame di cioccolato e fiumi di birra, vino, amaro. Fino a qui tutto nella norma. Ad un tratto però un momento di crisi colpisce la Rache che presa dalla nostalgia della sua play station scoppia a piangere chiedendo di essere portata immediatamente a casa. Panico. L’abile e collaudato papà Gianlu, dopo qualche sacramento riesce a convincerla ad andare a dormire. L’allarme rientra fino a che non si decide di giocare a Tokio. Sul più bello a qualcuno viene in mente di tradurre in suono un suo pensiero: “immaginate se qualche pazzo si presentasse alla porta con in mano un’ascia? …. i cellulari prendono? Chi ci viene a salvare?”. Qualche secondo di silenzio rotto da un: “Che cacchio! Dai usciamo a chiudere le imposte!”. Fu così che gli ometti fecero il giro delle finestre, l’ultimo a rientrare chiuse la porta d’ingresso a chiave. Tornò la serenità, continuammo a giocare, fino a che un’altra esternazione: “ricordate quegli individui di questa mattina al bar di Cavaglio? Perché ci hanno rivolto tante domande? Chi siete? Dove andate? Eccetto lo scout, sono i soli a sapere che siamo qui..”

Scoppiammo in una risata, anche se in realtà il pensiero turbo tutti. Continuammo a giocare.

“toc, toc, toc..”

Il terrore sui volti dei presenti. “Cos’è stato? C’è qualcuno alla porta?!” disse Gianlu.

“Dai, non scherziamo, non è divertente” Risposi alzandomi dalla panca

Beh, per ora Vi dico solo che la partita della domenica sera ce la giocammo, che ci bevemmo l’Irish coffee, la sambuca e la birra al solito Caffè degli artisti, quanto accadde quel sabato notte sarà “materia” del prossimo concorso, questo perché non voglio rinunciare a ringraziarVi tutti per avermi fatto trascorrere ore di lettura a dir poco divertenti, per avermi impegnato qualche sabato e domenica sera, perché in tempi di lock down la pallavolo è e rimane un miraggio.

Dai, magari ci vediamo alla cena!


Valutazioni Giuria

24 – La bivaccata – Valutazione: 23

Giud.1:
Narrazione piacevole ben descritta nei particolari con un linguaggio chiaro e scorrevole.

Giud.2:
racconto divertente con belle descrizioni. non mi è piaciuto il finale.

Giud.3:
Troppi errori, miscuglio nell’uso dei tempi, maiuscole e minuscole. La simpatia e qualche immagine azzeccata non valgono la sufficienza

Giud.4:
Bravi, spero ricominciate presto.