23 – Giorgio, il cagnolino e lo gnomo

16 Dic di editor

23 – Giorgio, il cagnolino e lo gnomo

“Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami, vengo con te” disse Luigi tenendo per la coda un cagnolino tutto bianco, “Pant pant, eccomi arrivo!”, gli fece dire ansimando e facendolo trotterellare in piccoli balzelli.

Nell’altra mano un orso pelosone si girò e portando il mento al petto, Luigi gli diede la voce più grande che riuscì a fare: “Forza, sbrigati che non ho tempo da perdere”.

Poi sbirciò dentro uno cesto di vimini e dopo aver rovistato un po’, ne trasse uno gnomo panciuto dal cappello a punta. Lo fece zompettare da un piede all’altro, con la punta del cappello che puntava ora sulle dieci, ora sulle due, poi con una parlata come quella che ci si aspetterebbe da uno gnomo panciuto: “Ciao! Dove andate?”, al che l’orso Giorgio rispose: “A prendere il muschio per il presepe”. Il cagnolino bianco si mise a saltellare sul posto: “Si dai, vieni anche tu!” e lo gnomo si accodò sul tappeto.

Con foga Luigi rovistò di nuovo nel cesto, sapeva quel che andava cercando, ma non lo trovava e così immerse anche la testa tra tutti i pupazzi, ma cosa non accadde al suo volto quando lo ritrasse!? Era trasfigurato in un ghigno malvagissimo, con le sopracciglia insaccate verso il principio del naso e le labbra strette da divenir bianche! Nella mano destra uno pterodattilo prese a volteggiare in cerchio “Aaaa, Uaaaa, Aaaa”, poi se ne andò tra mille acrobazie in giro per la stanza, sul divano, sotto il tavolo “Aaaaa, Uaaaa, ora arrivo e vi sputo il fuoco! Ora arrivooooo!”.

Luigi fece posare l’uccellaccio sul bordo della libreria e corse dal cagnolino “Giorgio Giorgio ho paura! Chi è quello che vuole sputare il fuoco?”, prontamente l’orso pelosone gli si parò davanti e con voce grande cercò di mettere ordine: “Tranquillo cagnolino, è uno perotappilo, ma non ci farà niente”. Lo gnomo questa volta non saltellava più tanto allegramente, anzi, infilzò la testa appuntita tra due cusini “Brr brr, ho paura!” diceva col sederone per aria. La faccenda era seria, lo pterodattilo aveva proprio un’aria minacciosa e li fissava pronto a spiccare il volo da un momento all’altro. Luigi senza perdere un secondo, corse a prendere la coperta di pile dalla poltrona del nonno e ne fece immediatamente un’altissima montagna “Tu cagnolino sistemati dentro questa caverna, tu gnomo vieni con me” disse Giorgio. Il cagnolino scomparve tra le pieghe della coperta, mentre l’orso e lo gnomo con pochi balzelli coprirono mille miglia di dislivello. Quando furono in cima Giorgio bofonchiò qualcosa all’orecchio del compare “Mumble mumble…”, lo gnomo fece segno di aver capito e Luigi li sistemò alquanto sbiechi sulla cima.

Come immaginerete l’uccellaccio spiccò il volo verso i due “Whammm Whammm” prese a sputar fuoco, ma lo gnomo salì sulle braccia tese e rigide di Giorgio, che lo lanciò in altissimo “Sbisccccc” in uno scontro terrificante la punta del cappello ferì mortalmente il cattivone, che iniziò ad agonizzare in tragicissimi lamenti “Aaaaaa, muoiooo, Aaaa” e come all’ultima tornata delle montagne russe, finì la sua maldestra planata a pancia in su “Sbang, sono morto!” disse con sommo sconforto.

Giorgio e lo gnomo per la gioia appiattirono la montagna coi loro salti, poi il cagnolino uscì dalla grotta, aveva visto tutto “Yeeeee, viva Giorgio, viva Giorgio! Ora possiamo andare a prendere il muschio per il presepe!”, ma qualcos’altro volle interrompere la spedizione e questa volta Giorgio non avrebbe potuto fare nulla:

“Gigi vai a lavare le mani, è pronto!”.


Valutazioni Giuria

23 – Giorgio, il cagnolino e lo gnomo – Valutazione: 29

Gaia:
Un simpatico racconto per bambini; certamente un modo originale di sfruttare l’incipit. La storia animata dal piccolo Luigi si legge volentieri, è scorrevole e simpaticamente prevedibile. Il bimbo è come sorpreso nel pieno del suo gioco ed è descritto in modo vivido. La forma è buona. Il finale divertente.

Matteo:
Il racconto è ben scritto e la lettura è davvero scorrevole. A mio parere però qualcosa non funziona nella concezione di fondo del racconto. Sembra a prima vista una storia per bambini, ma così non è: si tratta piuttosto di una storia che parla di un bambino (che quindi deve avere caratteristiche diverse). Il racconto è eccessivamente ancorato al gioco inventato dal bambino, che dovrebbe essere un semplice strumento narrativo. Nel finale il testo gira a vuoto, quando invece (una volta usciti dal gioco) dovrebbe farci capire il senso della narrazione.

Paola:
L’idea di fondo del racconto è interessante e incuriosisce il lettore, spingendolo a continuare. Lineare e scorrevole sul piano stilistico.

Pietro:
Idea interessante (e meno innocua di quanto possa sembrare), racconto ben scritto.
All’inizio un’ambiguità rende difficile la comprensione del testo: «tenendo per la coda un cagnolino tutto bianco» fa pensare che il cane sia Giorgio, che sia un animale in carne e ossa, e che Luigi lo trattenga per andare con lui. Il «come immaginerete» verso la fine evoca tutta una dimensione di rapporti tra chi scrive e il pubblico che non aggiunge nulla al testo.