22 – LE MARIONETTE

18 Nov di editor

22 – LE MARIONETTE

“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?”

Disse Marcel, gettando sul tavolino una copia de La Presse:

“LES NOUVEAUX VISAGES DE L’ART”

 G. Martin

“Qualunque imbrattatele abbia il proprio nome tra le righe di questo articolo, d’ora in poi vivrà di un credito indiscusso, che amministrato con scaltrezza sarà vitalizio di agio e notorietà ed io mi domando: se questa fosse solo una montatura?”.

Dopo un attimo di silenzio, esortò Alain:

_ “Riassumici la situazione”.

Alain dietro i baffi talentuosi e aguzzi, parve quasi discolparsi:

_ “Mancano 78 giorni all’esposizione, abbiamo 38 tele e 79 franchi”

_ “79 franchi” – scandì Marcel stringendo la nebbia in un pugno – “Cifra ridicola per la visibilità che ci occorre!” – e sbatté la mano vuota sul giornale – “Ascoltate” – riprese gravemente – “È molto che volevo parlarvene…”

Il 12 novembre 1920, 7 artisti seduti al tavolino di un caffè all’aperto in Boulevard De Clichy, mescolavano nella nebbia la condensa dei loro discorsi. Da lontano parevano marionette, guidate da quel burattinaio che è l’ardore degli animi giovani. Poi Marcel che aveva la testa più pesante del cuore, animò i compagni fin dentro la sua spregiudicata congettura:

_ “5 di noi scompariranno fino all’esposizione – Gerard potremmo venire a stare da te – lasciando circolare la voce di essere ad esporre a Vienna, Francoforte ed infine Londra. Intanto Pierre e George, i nostri dandies” – disse con cedevole ammiccamento – “Rimarranno a Parigi, come ad amministrare gli affari della compagnia. Il loro compito sarà di sbandierare sottilmente le nostre presunte fortune, convincendo quanti sarà necessario persuadere”,

_ “Critici e mecenati” – disse Pierre calatosi già nella parte,

Marcel annuì, compiaciuto che iniziassero a seguirlo.

_ “Come faranno a sbandierar fortuna?  Nous sommes fauché comme les blés1” – s’affrettò Maurice,

_ “Coi 79 franchi. Non ne avremo più bisogno in seguito: gli impresari faranno a gara per ospitarci, come i tipografi per stampare inviti e locandine. Sarà piuttosto necessario far pubblicare un articolo come questo da Martin: con una tale investitura avremo diritto al nostro credito indiscusso!” – e picchiò di nuovo la mano sul giornale – “Yves tu che sei la penna migliore tra noi, scriverai 3 false quanto generose recensioni, che farò in modo Martin riceva da oltre confine”.

_ “Non lo convinceremo mai con 3 recensioni di vaga provenienza” – obiettò Maurice,

_ “Dimentichi il lavoro di Pierre e George qui a Parigi, ma hai ragione, serve dell’altro…”.

Marcel sembrò perplimersi per attimi nei quali la nebbia parve infittirsi, quando Maurice ebbe un guizzo:

_ “Gli venderemo l’intera collezione ad un prezzo simbolico! A quel punto magnificarla sarà per lui accrescere il valore del proprio patrimonio, per di più annoverare opere nella “collezione privata Martin” varrà una pubblicità impagabile” – si sarebbe detta sapienza teatrale, quella con cui soffocò in un gesto timide ritrosie, mentre in tono risoluto dava suggello al piano – “Cederemo i nostri diritti a due tra noi, che chiuderanno l’affare a Londra, dove Martin si recherà su invito a presenziare l’ultima esposizione. Ovviamente faremo in modo che arrivi con fatale ritardo, quando della mostra non sarà rimasto che un’eco di gloria facile da inscenare. A quel punto sarà persuaso ed esporremo a Parigi con un trionfo annunciato!”

_ “Mon dieu, vous êtes un diable!” – esultò Marcel.

I due si abbracciarono vigorosamente e tanto bastò, per sancire l’imbroglio in un giro d’Armagnac.


– Epilogo –


Il 31 gennaio 1921 erano trascorsi 80 giorni da quell’incontro e 10 da quando Maurice partì con Marcel alla volta di Londra. Yves, Pierre, George, Alain e Gerard sedevano in un caffè all’aperto in Boulevard De Clichy, parevano cinque sagome mollemente adagiate, come marionette cui avessero tagliato i fili. Sul tavolino una copia de La Presse:

“MARCEL ET MAURICE ÈTOILE DE L’AVANT-GARDE À LONDRES”

 G. Martin

1 siamo al verde (lett. Siamo falciati come un campo di grano)




Un commento “22 – LE MARIONETTE

  1. Linguaggio scorrevole, stile chic ed elegante che rende l’ambientazione francese degli anni venti. Il testo regge l’incipit iniziale. Significativa la metafora delle marionette che conclude il racconto, la Francia sullo sfondo del grande imbroglio. Ritmo contenuto, contesto ben descritto. Il testo si lascia leggere e in un certo senso attira verso l’epilogo.

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