20 – La munitionette

6 Gen di editor

20 – La munitionette

Non potevano essere più diversi di così lo dicevano tutti. Roman era un uomo minuto, sempre sorridente e cordiale. L’asma, che lo perseguitava fin da bambino, lo costringeva a movimenti brevi e lenti. Gestiva un piccolo negozio di frutta e verdura ereditato da suo padre nel quinto arrondissement di Parigi. Le clienti adoravano quel piccolo uomo dai grandi occhi azzurri e la sua contagiosa allegria. Aveva sempre ricette da condividere e dal cassetto dietro il bancone spuntavano caramelle e cioccolata per tutti i bambini.

Sua moglie Gertrude invece era tutto l’opposto. Alta almeno dieci centimetri più di lui, pesava quasi il doppio. Con i suoi capelli rossi e ispidi e i suoi modi burberi spaventava i bambini del quartiere. Non parlava mai con nessuno e quando incontrava i vicini il suo saluto si limitava ad un grugnito. Nessuno ricordava di averla mai vista sorridere.

Molti si chiedevano cosa quell’omino gracile e mite avesse in comune con quella donna enorme e scontrosa. Tutti però dovevano ammettere che, quando la domenica mattina passeggiavano assieme mano nella mano, quella strana coppia brillava di luce propria.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale il nome di Roman comparve negli elenchi di coloro che potevano essere chiamati al fronte. Lui, che per ovvie ragioni di salute, non aveva nemmeno fatto il servizio militare. Così si recò fiducioso al comando con il certificato medico che lo esentava da tutte le guerre presenti e future. Purtroppo però il conflitto si era rivelato fin dall’inizio molto sanguinoso e tutti erano stati chiamati a dare il proprio contributo.

Gertrude iniziò a non dormire la notte. Era certa che suo marito sarebbe morto prima di arrivare al fronte. Lui tentava di rassicurarla, dicendo che di certo l’avrebbero lasciato nelle retrovie a cucinare per la truppa.

La mitezza di suo marito, quella dolcezza infinita che la inteneriva da sempre, questa volta la irritava profondamente.

“Devi tornare a parlare con i militari” ripeteva ogni giorno. “Devi sbattere i pugni sul tavolo e far valere le tue ragioni.”

Roman sorrideva triste. Non aveva mai sbattuto i pugni in vita sua. Non aveva mai nemmeno alzato la voce.

Gertrude invece era fatta di un’altra pasta. Alzare la voce e menare le mani era sempre stato il suo sogno. Per questo decise di andare lei al comando.

Dopo un’ora, passata a sbraitare con il soldato di guardia, riuscì a farsi ricevere dal capitano che coordinava le operazioni.

“Sono troppo giovane per restare vedova e troppo vecchia per risposarmi” gridò.

“Mio marito è affetto da asma non sopravvivrebbe nemmeno al viaggio. Non è nemmeno in grado di mettersi il fucile in spalla. Avete già perso la guerra se pensate di affidarla a uomini come lui.”

Il capitano la osservava in silenzio temendo che lei saltasse all’improvviso sulla scrivania e lo prendesse per il collo.

Alla fine Gertrude si accasciò sulla sedia. Gli occhi gonfi di lacrime. “Lo so cosa sta pensando” sussurrò. “Non dovrei essere qui a difendere un marito incapace di difendere la patria, ma il mio Roman è l’uomo più gentile e dolce che ci sia al mondo. Non potrei vivere senza di lui.”

Il corpo enorme di Gertrude sudava e ansimava riverso sulla sedia.

Il capitano si sporse in avanti.

“La patria esige il sacrificio di tutti” sentenziò. “Se non può farlo suo marito dovrà farlo lei.”

Gertrude rabbrividì. “In guerra io?”

Il capitano non riuscì a trattenere una risata. Certo, quella donna avrebbe messo in fuga qualsiasi nemico, ma lui aveva un’altra idea.

“I nostri soldati al fronte hanno bisogno di munizioni. Molte fabbriche sono state convertite alla produzione di proiettili e cannoni e lì lavorano prevalentemente donne, visto che gli uomini sono quasi tutti in guerra. Questo dovrà fare, se vuole aiutare suo marito. Dovrà diventare una munitionette.”

Gertrude si pizzicò i fianchi valutando il suo evidente sovrappeso. In fabbrica, a costruire cannoni, sarebbe stato un inferno, ma se così voleva la patria così sarebbe stato.

Roman ascoltò la storia con un velo di tristezza che gli oscurava gli occhi. “L’hai fatto per me, per proteggere il tuo debole ed inutile marito.”

Gertrude scoppiò in una grassa risata. “Non montarti la testa amore mio. L’ho fatto solo per non privare il quinto arrondissement del suo fruttivendolo migliore.”


Valutazioni Giuria

20 – La munitionette – Valutazione: 28

Commento:
Una storia d’amore delicata e ironica. Davvero questa coppia brila di luce propria, sullo sfondo della guerra. Lo stile è lineare e scorrevole