20 – La scomparsa di Giorgio

14 Dic di editor

20 – La scomparsa di Giorgio

“Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami, vengo con te” urlai mentre scompariva velocemente dalla mia vista.

Lui non accennò nemmeno per un istante a voltarsi e continuò spedito a correre senza degnarmi di alcuna risposta.

Questa fu l’ultima volta che vidi Giorgio.

Appresi dal giornale locale, qualche giorno dopo, che fu ritrovato senza vita.

Ripercorsi quel momento e ricordai che non avevo mai visto Giorgio così agitato.

Ma cosa poteva essere successo?

Eravamo amici sin dall’infanzia e, crescendo insieme, conoscevo tutto di lui.

Sino ad oggi non si era mai fatto scrupoli a confidarmi ogni cosa; aveva sempre nutrito molta fiducia in me e non mi capacito di come non mi abbia rivelato cosa stava succedendo.

Sicuramente stava vivendo una situazione di forte disagio oppure era finito in un guaio più grosso di lui difficile da gestire.

Ma perchè non mi ha detto nulla? L’avrei aiutato come sempre, avremmo cercato una soluzione insieme.

Forse quel giorno, quel maledetto giorno avrei dovuto seguirlo. Ah se smettessi di fumare queste dannate sigarette sicuramente gli sarei stato dietro.

Talmente scosso dalla brutta notizia non mi ero accorto che non avevo terminato di leggere l’articolo di giornale.

Il quale citava a grandi caratteri: ”Annunciamo la terribile perdita di Giorgio Nemi, cittadino modello sempre in prima linea per aiutare il paese e bla bla bla

Oggi la protezione civile ha rinvenuto un cadavere sul letto del fiume Gilo.

Effettuata l’autopsia possiamo dire con certezza che il corpo ritrovato apparteneva a Giorgio Nemi, morto annegato.”

Con la vista percorsi velocemente la fine dell’articolo.

Mi fece rabbrividire l’ultima parola: annegato.

Annegato? Ma ho letto bene?

Non convinto rilessi e c’era proprio scritto annegato.

Ma com’era possibile?

Lui non si avvicinava mai al fiume perchè ne era terrorizzato dopo aver visto affogare suo padre.

Probabilmente qualcuno l’aveva spinto ad andare lì e quella persona sapeva anche che lui non era capace a nuotare.

Ecco spiegato perchè quel giorno lui era così agitato. Lui conosceva già la sua sorte.

Non ci sono altre conclusioni.

Ma chi poteva volergli così male da ammazzarlo?

Infondo tutti conoscevano Giorgio in paese, tutti sapevano che persona meravigliosa fosse.

Lui viveva di volontariato.

Divideva le sue giornate aiutando i vigili del fuoco oppure prestando servizio in croce rossa o nella casa di riposo.

Nei weekend, invece, lo trovavi nel gattile e nel canile ad accudire e coccolare i pelosetti ospitati dalla struttura.

Quindi come poteva qualcuno avercela con lui a tal punto di ucciderlo?

Ovviamente non potevo garantire alle mie domande delle risposte.

Non potevo nemmeno indagare da solo perchè non avevo gli strumenti necessari.

Non avrei saputo nemmeno da dove partire.

Inoltre nemmeno la polizia aveva iniziato l’indagine.

Avevano archiviato il caso concludendolo come morte accidentale.

Sapevo in cuor mio che non era accidentale la sua morte, sapevo che non era caduto nel fiume per una disattenzione.

Avevo le mani legate e mi sentivo inutile ma non potevo fare altrimenti.

Non conoscerò mai la verità, e me ne devo fare una ragione.


Valutazioni Giuria

20 – La scomparsa di Giorgio – Valutazione: 16

Gaia:
Una trama alquanto povera, priva di mordente. Non c’è una storia, i fatti paiono non avere un fondamento o una spiegazione. I particolari sono buttati un po’ lì… Il finale delude, non offrendo una reale conclusione. C’è un mistero, ma non viene dato alcuno spunto per ipotizzare una soluzione. La forma mostra diverse incertezze e alcuni errori. Non sempre corretta la gestione dei tempi verbali. “Eravamo amici sin dall’infanzia e, crescendo insieme, conoscevo tutto di lui.” (sarebbe stato corretto dire: essendo cresciuti insieme). “Il quale citava a grandi caratteri:” non si inizia un periodo con un pronome relativo (risulta zoppa!).

Matteo:
Il racconto ruota intorno ai pensieri del protagonista nel momento in cui legge della morte dell’amico sul giornale: sono pensieri confusi (una confusione che permea anche la narrazione) e che, riguardo a quanto accaduto, non ci rivelano quasi nulla in più rispetto a quanto scritto nell’articolo. Sembra quasi che il racconto termini prima di cominciare, dal momento che il protagonista non ha nessuna reazione che lo spinga ad agire.

Paola:
La trama non regge, ci sono vari aspetti poco chiari: perché Giorgio corre verso una meta che gli fa orrore e che teme, come mai non si è mai aperto con il protagonista, finale osa può nascondere un uomo tanto tranquillo? Nel finale non viene data alcuna soluzione. Alcune imprecisioni sul piano stilistico.

Pietro:
Il racconto soffre di un problema di fondo circa la figura del protagonista e la qualità delle informazioni che fornisce. Pur essendo, infatti, il miglior amico di Giorgio, in questa breve inchiesta privata egli non ci rivela nulla che non potremmo sapere da un qualsiasi altro paesano («tutti conoscevano Giorgio in paese»). L’unica informazione non condivisa potrebbe essere il terrore di Giorgio per l’acqua. Ma allora non si capisce perché il protagonista non prenda l’iniziativa, indagando da solo o almeno sporgendo denuncia.