18 – Il Reverendo

18 Nov di editor

18 – Il Reverendo

E se fosse tutto un gigantesco imbroglio? Nella testa di Margareth riecheggiava questo pensiero mentre lasciava la Luss Parish Church. Non era l’omelia del Reverendo Sherrad a non convincerla, era proprio lo stesso reverendo. Un volto particolare, occhi infossati dal colore dell’acqua, zigomi pronunciati, con una mandibola che avrebbe potuto lasciare il segno nel marmo. Di lui si sapeva solo che era stato il cappellano della Scottish Prison Service. Lei l’aveva già incontrato, dove e quando era un punto di domanda, una certezza era invece averlo visto la sera precedente nel giardino della baronessa Mac Auslin che conversava animatamente con il figlio di quest’ultima, Bruce Dubh, un tipo sfuggente. Nessuno lo conosceva eppure viveva da sempre a Luss.

La neve iniziava ad imbiancare i viali e le case, per Mag era meglio affrettarsi a rincasare, anche perché quella sera sarebbe stata a cena da Sally, l’amica di sempre.

Le ragazze trascorsero la serata a teorizzare su Sherrad e Dubh, non giunsero a nessuna conclusione, essendosi fatto tardi si augurarono la buona notte.  Il villaggio a quell’ora era deserto, qualche luce alle finestre ma all’incrocio tra Cowgate e St Gray’s Street, Mag vide due figure allontanarsi in direzione del Victoria Park.

Ancora loro, “gli uomini del mistero”, così li aveva battezzati Sally. Decise di allungare il passo e seguirli. Sparirono nei vicoli scuri del centro, e mentre pensava se proseguire nel pedinamento, si senti improvvisamente osservata. Una folata di vento fece cadere delle latte appoggiate su un bidone della spazzatura, la lanterna del White Horse Pub iniziò ad oscillare allungando le ombre, un gatto spaventato attraversò la strada, intanto il campanile batteva lentamente le venti tre. Mag diede un urlo ed iniziò a correre in direzione di casa.

Il mattino seguente venne svegliata dal rumore di uno spazzaneve. Stava ancora facendo colazione quando suonarono alla porta. James, il suo ragazzo, agente di polizia, le portò la notizia del ritrovamento di un cadavere al Victoria Park. La ragazza, rabbrividì.

Mag gestiva un negozio di antiquariato. Quel giorno, nemmeno un turista entrò a visitarlo, così chiuse prima del previsto. Intanto aveva ripreso a nevicare. Passando davanti alla canonica vide la luce accesa nello studio del Reverendo. Si fermo ad osservare. Vide Dubh consegnare una busta a Sherrad. Subito dopo gli uomini si salutarono. Mag non perse tempo e raggiunse il posto di polizia, dove raccontò le sue perplessità a James. Quest’ultimo però non assecondò le sue paure, anzi la invitò a tornare a casa e a dimenticare quanto ha creduto di aver visto.

Lei per dimostrare la bontà delle sue teorie, decise di introdursi in canonica per raccogliere prove e smascherare i sospettati. L’unico modo per raggiungere lo studio era introdursi dalla porta sul retro della chiesa. In un paese dove non succede mai nulla, era sempre aperta. Stava rovistando tra i cassetti della scrivania, quando improvvisamente si spalancò la porta e si accese la luce.  Era stata scoperta. I due uomini erano tornati. Il Reverendo con fare arrabbiato l’afferrò per un braccio e la invitò a seguirlo in un’altra stanza. Meg si divincolò ma non fu sufficiente a liberarsi. La chiuse a chiave. Non passò molto tempo, sentì delle voci in corridoio. Stavano tornando. Sherred spalancando la porta proferì: “questa è la ladra!” Dall’ombra spuntarono poi due figure a lei famigliari. James ed il Commissario Denver. Mag era confusa. Capì che forse aveva travisato tutta la situazione. Sherred spiegò quanto avrebbe preferito non fosse portato a conoscenza di nessuno. Raccontò che la baronessa aveva avuto due gemelli, Bruce Dubh era il fratello. Quest’ultimo aveva semplicemente il desiderio di donare alla Canonica una cospicua somma per provvedere alla costruzione di una casa per i senza tetto. Questo il contenuto della busta ed il motivo degli incontri nel parco, luogo destinato alla costruzione.

Mag chiese: “Ma, il cadavere trovato al Victoria park”? “Semplicemente morto di freddo” rispose James.




Un commento “18 – Il Reverendo

  1. Molto ben scritto. Scorrevole, con una attenzione al dettaglio, al particolare: la narrazione degli ambienti rende l’idea del luogo e della stagione e produce l’effetto immedesimazione nel lettore che è preso dal racconto. Il finale smaschera con la semplicità dei fatti la verità del caso, demolendo il sospetto, che però tiene alto il pathos fino all’epilogo.

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