18 – Lascia che nevichi

28 Dic di editor

18 – Lascia che nevichi

Iniziavano i primi freddi e come ogni anno quel clima lo metteva di buon umore. Non era solo l’attesa della neve, quella coltre magica che ricopriva ogni cosa e nascondeva il più possibile il paesaggio alla vista. Non era la prospettiva di un lungo periodo di ibernazione, la preparazione dei suoi cibi preferiti, leggere sdraiato di fronte al caminetto.

Era tutto questo, certo, ma molto altro.

Gli era sempre sembrato che il clima rigido lo rappresentasse, non perchè lui fosse una persona fredda o distaccata, tutt’altro, si considerava affettuoso con coloro ai quali era vicino, ma era anche uno che cercava sempre di nascondersi, di non attirare l’attenzione su di sè.

Essere rintracciato era un lusso che non poteva permettersi.

*****

Lei stava ascoltando Tiny Dancer, una delle sue canzoni preferite, quando lui entrò in salotto. La osservò, raggomitolata in divano, avvolta in una coperta rossa e blu scuro in tartan scozzese, intenta ad incartare regali.

Lui era un disastro in quello, ed era felice che per il secondo Natale di fila ci fosse lei, in quella casa troppo grande per una persona sola, a riscaldare sia lui sia l’atmosfera. Sedette accanto a lei e le tolse il regalo mezzo incartato dalle mani, avvolgendola in un abbraccio.

“Sei gelido!” protestò lei, senza però scostarsi. Lo strinse ancora più forte a sè, baciandogli la guancia freddissima. “Tutto bene là fuori?”

Lui annuì silenziosamente. “Nessuna traccia.”

“E continuerà così. Sarebbero dei pazzi ad inoltrarsi nel Maine con questo tempo.”

*****

La verità era che sarebbero potuti arrivare in qualunque momento, ma dopo anni di lontananza, di sicurezza, era abbastanza sicuro di aver fatto perdere le sue tracce.

Da quando le aveva raccontato tutta la verità sul suo passato, però, lei gli chiedeva spesso se andasse tutto bene. Per lui era ancora incredibile che fosse voluta rimanere con lui nonostante ciò che aveva saputo, ma lei invece lo faceva sembrare così spontaneo, così normale. Non riesco a immaginare una vita senza di te.

Ci pensava tutte le sere, prima di addormentarsi. Dopo aver iniziato la vita con una mano di carte schifosa le cose avevano iniziato a girare per il verso giusto. Era riuscito ad andarsene, si era trasferito dall’altra parte del Paese e aveva reciso qualunque contatto.

Ogni tanto ripensava a quelli rimasti laggiù. Si sentiva in colpa? In parte sì, per suo fratello. Aveva provato a convincerlo a seguirlo, ma lui aveva avuto troppa paura, non aveva accettato di correre rischi, preferendo la familiarità di ciò che conosceva da sempre.

Ma lui era diverso. Aveva atteso l’occasione giusta per anni.

*****

La sera della vigilia di Natale, dopo cena, se ne stavano raggomitolati di fronte al caminetto in cui ardeva il fuoco. Fuori infuriava una tempesta di neve da ore.

“Perchè non facciamo uno strappo alla regola e apriamo i regali anche se non è mezzanotte?” propose lei.

Lui non riusciva mai a dire di no a quei grandi occhi verdi che lo fissavano adoranti. “Io ho solo un regalo per te, in realtà…”

Lei lo guardò curiosa e attese, mentre lui ignorava i pacchetti sotto all’albero e apriva la cassettiera lì vicino. L’aveva nascosto dove non avrebbe potuto trovarlo, doveva essere una sorpresa.

Glielo porse e attese che lo scartasse, ammirando il suo volto incorniciato dalle ombre create dal fuoco. Era splendida. “Vuoi sposarmi?”

Lei alzò gli occhi dall’anello, incredula, senza parole. Era ovvio che non se l’aspettasse.

“Non riesco a immaginare una vita senza di te…” mormorò lui, copiando le parole usate da lei tempo prima.

Dopo quello che gli parve un intervallo di tempo infinito lei sorrise e annuì freneticamente, gettandoglisi al collo e baciandolo.

“Spero che smetta di nevicare! Voglio andare in città domani e farlo vedere a tutti!” esclamò allegra lei, mentre lui le infilava l’anello al dito e lei lo rimirava quasi con soggezione.

Lui sorrise e la baciò sulla fronte. “Non scapperò. Lascia che nevichi.”


Valutazioni Giuria

18 – Lascia che nevichi – Valutazione: 20

Gaia:
Concordo nell’accennare e suggerire gli eventi, più che descriverli pedissequamente, ma così è un po’ troppo… Bisogna pur dare al lettore qualche indizio per capire in cosa consista la vicenda. I fatti che hanno portato il protagonista a fuggire sono così poco chiari che perdono rilevanza e risultano quasi inutili, se non fastidiosi, per il tema centrale (il rapporto fra il protagonista e la fidanzata e la proposta di matrimonio). Il racconto è ben scritto, ma lascia insoddisfatti.

Matteo:
Il racconto, pur essendo ben scritto, non è adatto alla brevità dello spazio a disposizione. Il passato del personaggio rimane nebuloso e, più che darci risposte, la narrazione solleva nuove domande. Il rapporto tra i due innamorati è più chiaro, ma rimane davvero troppo sbrigativo e il lettore non è pronto alla svolta della proposta finale. Merita più spazio e maggiore approfondimento.

Paola:
Peccato! Il racconto è ben scritto ma la dicotomia tra le due parti è troppo netta. Il passato del protagonista che tanta parte ha avuto e ha ancora oggi nella vicenda non è spiegato e non è risolto. Vivono nel limbo della clandestinità. E la relazione presente che sembra appena sboccita è invece giunta alla soglia del matrimonio, senza essere stata approfondita. Entrambe le strade erano una promessa interessante ma andavano approfondite.

Pietro:
Un racconto promettente, ben scritto, che tuttavia non è a fuoco.
Non ha senso lavorare così tanto sul passato del protagonista, suscitando attese nel lettore, per poi cambiare direzione come se fosse solo funzionale alla storia d’amore. Anche perché è la storia d’amore stessa, di cui viene detto poco o niente, a soffrirne. Occorre scegliere su quale dei due materiali narrativi puntare.