18 – La grande guerra

8 Dic di editor

18 – La grande guerra


“Ora lo so: non è sempre vero che le scelte più sagge le compie chi ha i capelli bianchi, perché è proprio chi ha queste caratteristiche che ti ha mandato dove sei, ti amo non te lo dimenticare mai figlio mio, non ti abbattere solo perché sei giovane e solo, essere un soldato è un compito difficile ma sono le persone come te a cambiare questo, tieni duro, la tua mamma”;

Sono tre anni che manco da casa. Mi sono arruolato in nome di mio padre morto in guerra, volevo cambiare il mondo con il coraggio, volevo che mio padre fosse fiero di me.

Domani ci sarà la grande battaglia, o si vive o si muore.

Guardare mio padre nella bara, ammazzato a sangue freddo, vestito con la sua uniforme piena di medaglie mi aveva fatto riflettere; avevo deciso che se avessi dovuto scegliere come morire avrei voluto andarmene tra L’applauso delle persone per cui avevo combattuto. Questa è la vita: il coraggio, la tenacia e la forza di combattere per lasciare un mondo migliore ad altri.

Il mio unico amico qui è Gregorio, in lui ho trovato un appoggio e affetto come da un padre.

Fa freddo, siamo sdraiati in buche scavate con le mani nella terra cosicché i nemici non ci vedano, tanti di noi pregano ed altri piangono.

Gli scarponi non tengono caldo, le mie mani non si muovono e non posso fare altro che ammirare il cielo, nevica, guardando il panorama da quella prospettiva i miei occhi si perdono nello sconfinato spazio dell’orizzonte, ammiro questi fiocchi perfetti creati dal niente; diventa un peccato combattere con la neve, rende tutto più magico e ti fa dimenticare il perché ci si odia, il perché ci si vuole uccidere a vicenda; se ci penso bene non c’è un giusto motivo; nessuno dovrebbe decidere quando devi smettere di vivere.

“Francesco pss”, cerco di girare il viso verso Gregorio ma sono paralizzato dal freddo, “hai paura?” Mi chiede, Gregorio non faceva mai queste domande, “no”, mento.

Mi chiedevo cosa si provasse a sentire una pallottola entrarti dentro la carne o nel cuore, mi chiedevo cosa si provasse a morire, se si vede buio e basta o se si vede qualcosa di bellissimo.

Un rumore assordante mi sveglia, mi sento confuso, riesco solo a mettermi le mani sulle orecchie, Gregorio mi prende sotto braccio e mi scorta dietro ad una cunetta di pietre;

“Francesco!” Urla, “una bomba è caduta vicino a te ma sei vivo!” Sorride prendendomi la faccia tra le mani, non capisco niente guardo solo i suoi occhi lucidi. Cala il silenzio, facciamo tutti un respiro di sollievo. Sono seduto accanto a Gregorio: “fra se muoio..” “non dire cazzate” lo incalzo, “nessuno muore”, “fra se muoio di a mia moglie che la amo e ti prego accompagna tu mia figlia all’altare, si sposerà tra due mesi”, lo dice talmente in fretta che non ho tempo di bloccarlo, “te lo prometto” dico con un tuffo al cuore, mi dimentico sempre che Gregorio ha vent’anni più di me, è stato un amico importante in questo percorso e avrei mantenuto la promessa se necessario.

Da lontano vediamo un uomo avvicinarsi, un nemico con le mani alzate, lo guardavamo tutti con sospetto tenendo i fucili puntati, pensavo, forse si sono stancati di combattere?

“Non sparate sono disarmato!” Urla, “vado io!” Dice Gregorio, si alza e si avvicina all’uomo.

“Cara mamma, oggi sono morto e non tornerò. C’è stata tesa un imboscata e per salvare un amico mi sono preso una pallottola nel cuore, lui doveva accompagnare sua figlia all’altare, sua moglie lo stava aspettando a casa. Sai mamma aveva un sacco paura di cosa avrei provato morendo, in realtà non ho sentito niente, solo un gran freddo, il mio corpo è rimasto nella neve. Lo sai che sono sempre stato un po’ pazzo, non potevo non mettermi di mezzo, me lo dicevi sempre tu che ero un ficcanaso da bambino, vedi mamma io non potevo lasciare che lui non vedesse sua figlia sposarsi. mamma io sarò sempre con te.

Sei stata proprio tu ad insegnarmi che l’amicizia è un valore importante, io oggi sono morto con onore, sono morto per Gregorio.

Non disperare per me io starò bene, lo sapevamo, il lavoro del soldato è difficile e ogni tanto ci si muore. Ora lo so mamma, non sempre chi ha i capelli bianchi fa scelte sagge, Gregorio ha la testa piena e forse non sarebbe dovuto andare lui.

Ti amo mamma,

Francesco “


4 Commenti

  1. Alcune incongruenze compromettono il racconto.
    Per prima cosa, c’è le parole della madre («è proprio chi ha queste caratteristiche che ti ha mandato dove sei») non trovano corrispondenza in quelle del figlio («Mi sono arruolato in nome di mio padre morto in guerra, volevo cambiare il mondo con il coraggio») – a meno che la madre non si riferisca all’arruolamento forzato. In secondo luogo non vedo come Francesco possa scrivere una lettera alla madre una volta ucciso. Nulla che non si possa correggere: una lettera di addio scritta in precedenza e affidata a Gregorio, ad esempio, sarebbe plausibile e sortirebbe un effetto maggiore.
    L’impianto del racconto, con una breve scena intensa incorniciata da due lettere, è molto bello.

  2. Racconto molto dolce, potente in alcuni passaggi. Prima di morire tutti i soldati pensano alla propria madre, questo ci ha insegnato la letteratura.
    Trovo però incongruente la lettera finale del protagonista. Appare come una lettera reale, ma non può ovviamente esserlo (essendo il protagonista ormai defunto). Se invece vuole essere qualcosa che viene solo immaginato, allora non funziona come dovrebbe.
    Suggerirei di inserire una lettera vera e propria (molti soldati ne avevano una pronta, essendo la morte sempre dietro l’angolo), che non contenga però informazioni sugli ultimi momenti di vita del soldato.
    In alternativa potrebbe anche scrivere alla madre in punto di morte, ma non mi sembra una scelta molto elegante.

  3. Il racconto è toccante, come la sua conclusione. Ci sono varie imprecisioni sul piano stilistico e soprattutto in materia di punteggiatura. Nel corpo centrale, al posto delle virgole, avrei impiegato dei punti fermi, ricorrendo alla paratassi.

  4. Lo scambio epistolare in esordio e in epilogo (reale o immaginario che sia) è un buon espediente narrativo. Il racconto, però, non convince del tutto: il coraggio, il desiderio di gloria e onore, la volontà di costruire un mondo migliore, l’insensatezza della guerra, il valore dell’amicizia….: diversi temi si accavallano in modo un po’ disordinato.
    Errori e imprecisioni nell’uso dei tempi verbali e della punteggiatura.
    Alcune frasi meritavano una rilettura più attenta:
    “ma sono le persone come te a cambiare questo” (cosa???)

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