17 – Una passeggiata

28 Dic di editor

17 – Una passeggiata

Iniziavano i primi freddi e Marika stava per affrontare il suo primo autunno da mamma. Una notte con troppi risvegli, tre per allattare e almeno altri tre per controllare se Mauro era coperto e respirava. Ora il bimbo dormiva e lei si era alzata. Trascinando i calzini antiscivolo che aveva tenuto ai piedi anche a letto, era entrata in cucina, aveva afferrato la caffettiera per la base senza ricordarsi che Sergio, prima di andare al lavoro l’aveva usata e quindi era ancora bollente. La scaraventò nel lavello ma non gridò, un riflesso automatico che ormai le scattava quando Mauro dormiva per più di un’ora di fila. Soffiando sul palmo della mano destra aveva preso il cellulare con la sinistra: il meteo dava una giornata con le temperature molto in calo. Cercò Google-passeggiate-neonati-primi-freddi: “Quando si esce per una passeggiata è meglio scegliere un body a manica lunga in caldo cotone con sopra una tutina in ciniglia, un golf e un giacchino. Ho tutto, pensò, oggi si esce! Si versò un goccio di succo all’albicocca e addentò un biscotto secco. Poi guardò fuori dalla finestra. Il vento scuoteva la salvia. Riprese in mano il cellulare: Google-passeggiate-neonati-giornate-ventose. “Consigliamo i guantini, così come le sciarpe solo nelle stagioni rigide. L’unica controindicazione sono le giornate molto ventose, ma l’uso dicuffiette di pile o lana che coprono molto bene la testolina per lo più glabra del neonato, sono da preferire ai cappellini”. Mauro però non è glabro, pensò. Ma quindi sarà meglio il caldo cotone o il fresco lana sulla testolina? Mentre rifletteva, il cellulare iniziò a squillare. Dannazione! Pensò, mentre Mauro dalla sua stanza si era immediatamente svegliato e stava piangendo. – Pronto? – Non penserai di portarlo fuori con questo vento! – Buongiorno a te mamma, comunque sì, devo comprare due cose e poi ho bisogno di aria. – Si prenderà qualcosa! – Devo andare, sta piangendo – Non è che devi correre ogni volta che piange! – Mamma, avrà fame! – Se continui ad attaccarlo al seno ogni volta che piange crescerà viziato! Marika chiuse la chiamata e corse in cameretta. L’odore nell’aria le diede subito una risposta. Lo prese in braccio e lo portò sul fasciatoio. Staccò a uno a uno i bottoncini del body e poi aprì il pannolino. Niente, non ci si può abituare a questo odore, pensò. Lo lavò col sapone neutro e mise la cremina anti arrossamento sulle parti intime. Mauro però non si calmava. Allora provò a rivestirlo in fretta e ad attaccarlo al seno mentre sua mamma, da casa, scuoteva la testa. Nulla. L’unica era portarlo fuori. Lasciò per un attimo Mauro sul fasciatoio ma subito, col fiato in gola, tornò indietro di corsa e gli mise una mano sul pancino. Cretina! poteva cadere, si rimproverò! Lo prese in braccio e lo mise al centro del lettone. Allora, devo vestirlo a cipolla, pensò. Mauro, che nel frattempo aveva ripreso a piangere, le stava mettendo fretta. Body in cotone a manica lunga calzine di lana, tutina in ciniglia, golfino in lana e giacchino, pensò velocissima. Rovistò nell’armadio e gettò tutto vicino a Mauro. Salì con le ginocchia sul letto e provò a canticchiargli una canzone mentre lo vestiva. Mauro irrigidiva le gambine e complicava le operazioni. Proprio in quel momento chiamò Sergio – Ma proprio adesso? Pensò e decise di richiamarlo più tardi. Terminò di vestirlo e disse – Eccoci pronti per un giretto! Solo in quel momento si rese conto che era ancora in pigiama e che non si era lavata. Pur di non spogliarlo di nuovo mise Mauro dentro la carrozzina e lo lasciò appena fuori dalla porta dell’appartamento, dove c’era più fresco, si mise una molletta nei capelli, si risciacquò la faccia, indossò un giaccone e si raccontò che era pronta. Una volta in strada alzò la copertura trasparente anti vento della carrozzella. Ora Mauro sembrava dentro una serra, la fissava con occhi sbarrati e riprese a piangere. Marika allora rientrò con la carrozzina nel palazzo. Corse in casa, prese la fascia, se la legò intorno al corpo e tornò di corsa dal bambino. Lo tolse dalla carrozzina, lo prese in braccio, gli levò il giacchino e legò suo figlio stretto al suo corpo, nella fascia. Mauro smise subito di piangere. Marika allora spense il telefono e iniziò a camminare di buon passo.


Valutazioni Giuria

17 – Una passeggiata – Valutazione: 24

Gaia:
Un quadro un po’ scoraggiante, ma… Il ritmo narrativo (del tipo: da leggere tutto d’un fiato, senza mai riprendere respiro) è perfettamente adeguato al senso della vicenda: una neo-mamma impacciata, stressata per le mille accortezze che richiede la gestione di un neonato in mani ancora inesperte e ulteriormente appesantita dalle fastidiose e saccenti ingerenze materne, tenta faticosamente di organizzarsi per uscire. Divertente il ricorso a Internet, consigliere ormai universalmente interpellato a qualunque proposito. Il finale, a parer mio, meritava un passo finalmente rallentato (azichè quel “iniziò a camminare di buon passo”), così che il lettore potesse compiacersi del minimo di benessere faticosamente conquistato dalla affaticata mamma, ma il ritmo pare non poter rallentare… Alcune ripetizioni.

Matteo:
Il racconto è ben scritto e riesce a far emergere alla perfezione lo stress che può essere causato da un neonato. La narrazione è però limitata alla costruzione della situazione e la storia non ha uno sviluppo. Trovo fuori fuoco la frase “mentre sua mamma, da casa, scuoteva la testa”. La narrazione è in terza persona e dal punto di vista della protagonista, che quindi non può assolutamente sapere cosa stia facendo la madre a casa sua.

Paola:
La vita con un neonato, soprattutto se è il primo figlio, può veramente assumere i tratti tragicomici di una lotta per la sopravvivenza e la descrizione che ne viene fatta è calzante e ben ritmata. Il senso di inadeguatezza della protagonista si coglie in alcuni passaggi (quando parla con la madre, quando si dà della “cretina” per aver lasciato il bambino incustodito….) ma sarebbe stato interessante indagarlo più a fondo, soprattutto nel rapporto con la madre. La paratassi avrebbe dovuto essere accompagnata da una paragrafazione più attenta.

Pietro:
Il ritmo del racconto funziona. La lotta per una passeggiata mattutina assume proporzioni quasi epiche e coinvolge subito il lettore. L’aspetto tematico è meno chiaro, tanto che in un passaggio emerge per conto suo e in maniera scomposta («Allora provò a rivestirlo in fretta e ad attaccarlo al seno mentre sua mamma, da casa, scuoteva la testa»).
La lettura è veramente dura senza una divisone in paragrafi.