16 – La missione felina

18 Nov di editor

16 – La missione felina

“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio? E se in realtà stessero archittetando la conquista del genere umano?”domandò Anna,indicando la sua vispa gatta grigia

“Fandonie.Impossibile,sono solo animali!”rispose Luca.

“C’è qualcosa che non mi quadra;possibile che persino quei due contadini abbiano un gattino?”ribattè prontamente Anna.

Luca prese fiato e disse:”Non ne sei felice,cara?É tutto uguale al nostro Mimì”

“Guarda,Luca!Persino Dumba pare felice di questa somiglianza con il nuovo cucciolo”

Mi chiamo Dumba,nome stupido dato dai miei umani,in quanto da cucciola avevo la testina piccola e le orecchie giganti come l’elefantino della Disney.

Reputo che non mi si addica tanto questo nomignolo visto che sono,una micia color grigio,molto furba e avrebbero dovuto capirlo subito.

Sono stata la prima a sgattaiolare fuori dalla cesta,dove sonnecchiavo,e con un balzo mi sono avventata sopra Anna,la mia padroncina,che non vedeva l’ora di portarmi con sé.

Entrando nella mia nuova casa,notai,che non ero sola,dovevo convivere con altro mio simile:Mimì,un gatto veterano tigrato arancione.

Nel pianeta da dove provengo,si narrano spesso le gesta di Mimì;come quella volta che era scappato da i due contadini inferociti armati di fucili.

Fu un impresa ardua e ne portava ancora i segni addosso:aveva un rigonfiore sotto la pancia laddove la pallottola lo aveva colpito.

Trovai Mimì invecchiato e ingrassato e avevo paura che per questo l’avrebbero abbandonato,come sono soliti fare gli umani.

Non era più agile come una volta,perciò mi impegnai ad aiutarlo a rimettersi in sesto,altrimenti non ce l’avrei fatta a portare a termine la missione e poi non potevamo deludere il nostro pianeta.

Ora eravamo una squadra e dovevamo collaborare.

Pian piano iniziammo a scoprire nuovi territori ed a conoscere nostri simili.

Dovevamo essere discreti ma essere ovunque.

Quando anche l’ultimo degli umani avrebbe avuto un gatto in casa,allora avremmo proclamato la nostra vittoria.

Al momento era nettamente in vantaggio la razza canina,eterni nostri rivali.

Con i loro modi da lecchini erano riusciti a infilarsi quasi in ogni casa.

Non fu per nulla semplice.

Dovevamo affinare le nostre abilità.Dovevamo riuscire a convincere qualsiasi persona ad aver bisogno di noi.

Eppure mancavano loro:i due contadini,maledetti adoratori seriali solo di quei pelosi puzzolenti dei cani.

Ma io avevo un’asso nella manica:Mimì.

Unendo le nostre forze ce l’avremmo fatta.

Non potevamo permetterci di fare errori,altrimenti avrebbero vinto i cani.Così comunicai a Mimì il piano che avevo in mente.

Lui non volle sentire storie e decise di riprovarci ma ad un patto:avrebbe termininato lui la missione in completa solitudine.

Ero assolutamente in dissacordo con lui ma lo lasciai da solo sperando sarebbe ritornato in sé l’indomani.

Per giorni stette nella sua cuccietta a rimuginare;non usciva nemmeno più.

Ultimamente farfugliava miagolii strani su come poter collaborare addirittura con i cani.

Non lo riconoscevo più.Persino il suo pelo era diventato più opaco,non era più di quell’arancio acceso.

Una mattina mi svegliai per fare la mia solita passeggiatina e di Mimì non c’era traccia.

Capì all’istante.

Col cuore a mille iniziai a correre.Arrivata nell’orto dei contadini sentì un miagolio inconfondibile ma non riuscì a captare la giusta provenienza di quel suono.

Continuai a cercare e ricercare nella speranza di rintracciarlo,finchè ad un tratto vidi Alby,il cane dei due contadini,venirmi incontro.Mi disse di seguirlo e mi portò in un automobile abbandonata lì vicino dove ritrovai Mimì agonizzante.Mi aiutò a tentar di salvarlo ma inutilmente.

Mi voltai e vidi i due contadini in lacrime,increduli di aver compiuto un gesto tanto infame,mentre io impaurita scappai.

Appresi giorni dopo,durante una conversazione fra i miei padroncini,Anna e Luca,che i contadini avevano addottato un gattino color arancio in onore del nostro Mimì.

La missione era compiuta:avevamo vinto tutti ed ora avevamo,anche,dei nuovi amici,nonchè collaboratori fedeli:i cani.

Ero davvero felice,anche se c’è mancato un pelo che Anna e Luca scoprissero il sotterfugio.




Un commento “16 – La missione felina

  1. Testo surreale e semplice, ricco di fantasia. Non male il lessico. Il finale non ha colpi di scena particolari ma sembra concludersi bene il racconto rimandando ad un mondo immaginario di cani e gatti che diventano amici.

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